«La miglior consumatrice di [riviste] femminili [...] è necessariamente colei che ha il timore di essere lasciata, il terrore di essere violentata e la paura di essere brutta. È così facile rendere schiave le persone che sono sulla difensiva. Basta alimentare i pregiudizi che esse hanno sugli uomini ed accarezzarle per il verso giusto: "Tu non sei una ragazza facile. Non ti preoccupare mia cara, non ti succederà niente di male se tu resti saggiamente al tuo posto". Per "catturare" le lettrici e renderle più dipendenti, le riviste femminili dispongono d'altronde di un'arma formidabile: il doppio-vincolo (double-bind), una tecnica che consiste nel mettere le persone in una posizione insostenibile. Esempio: provare a piacere ma senza averne l'aria; essere in carne senza essere grasse; amare il sesso senza essere puttane. C'è una forma di perversità in questi messaggi contraddittori. Perversità talvolta così manifesta che è quasi impossibile non reagire a una menzogna in fondo banale, stupidamente banale. Disperatamente banale. Quasi tutte le riviste femminili ci ripetono da anni che noi donne non dobbiamo avere l'aria da troie o da puttane. Come se le donne dovessero avere vergogna dei loro desideri e dovessero dissimularsi sotto una facciata glamour. Come se gli uomini non portassero rispetto che alle "ragazze difficili".»
domenica 22 maggio 2011
Amare il sesso senza essere puttane
Giusto per segnalare questo splendido articolo-post di Agnès Giard. Ne traduco il capoverso finale:
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