Abida 25, an Afghan land mine victim who works at the International Committee of the Red Cross orthopedic rehabilitation center, poses for a picture at her work area in Kabul on March 19. The center, which is run mostly by disabled people, aims to educate and rehabilitate land mine victims and other disabled people, and help them integrate effectively into society. (Ahmad Masood/Reuters)
Via Big Pictures, uno splendido viaggio in Afghanistan.
A parte.
Ho visto Cacciari stasera ospite a 8½. Tra le varie le cose interessanti da lui dette, segnalo che egli vedrebbe di buon viso una rimessa in gioco delle ragioni costitutive del PD. Ovvero, ch'egli non troverebbe strano che le due anime del Partito Democratico si dividessero e prendessero strade politiche diverse, per magari poi incontrarsi solo su un terreno programmatico in vista delle elezioni. Bah, non saprei che dire. Solo che, come la povera ragazza afgana (nella foto sopra) ha trovato lavoro in un settore che le ricorda la sua disgrazia, così immagino che qualche avvertito dirigente politico democratico, dopo l'implosione del partito, si metta un giorno a produrre qualcosa che gli ricordi costantemente i beati anni del castigo.
Io mi butterei in questo ramo produttivo.
2 commenti:
Una piccola nota a margine:
"ha trovato lavoro in un settore che le ricorda la sua disgrazia".
Così sicuro di poterla mettere in questo modo?
Certo, può essere, ma ho avuto esperienza diretta di casi analoghi vissuti in modo molto positivo (sì, mi è capitato che una mattina arrivasse un cliente, io gli chiedessi "Che facciamo oggi?" e lui, cavandosi la gamba finta: "Una migliore di questa, per me e per altri").
Non escludo, caro W, che la ragazza afgana, come il "tuo" cliente, abbia acquisito forza e speranza e che il suo lavoro la nobiliti. Resta però il fatto che una simile produzione in territorio afgano sia alimentata da ragioni di mercato (volevo dire: ragioni di guerra) particolarmente aberranti.
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