Giuliano Ferrara stasera ha parlato del caso DSK.
Ha anche cominciato bene la trasmissione, dicendo che il meccanismo della gogna giustizialista americano, di matrice puritana, non è - e non deve diventare - la norma nelle giustizie italiana e francese. Anche se, poi, in America il processo è giusto, è equo e sia che avvenga la condanna o l'assoluzione, queste saranno, entrambe, esemplari, nel senso che la prima comminerà una pena massima o la seconda restituirà interamente l'onorabilità perduta.
Eppure, anche parlando di DSK, Giuliano Ferrara ha trovato l'occasione per fare una digressione sulle gioiose e scanzonatissime serate di Villa San Martino, all'insegna del buon gusto e del savoir faire, per rimarcare che no, il suo Amore mai e poi mai farebbe una cosa così bassa, brutale, da troglodita come quel villan fottuto di francese, ch'è saltato addosso a quella cameriera nera come un galletto impazzito. Lui sì che è da mettere a bada col cesarismo americano. Mica il suo Amore, che è tutta gentilezza e galanteria, generosità e divertimento, e volerlo a tutti i costi metterlo in croce per i suoi svaghi da bon vivant è pura persecuzione giudiziaria.
(E Ferrara compie qui il losco tentativo di eclissare la vera ragione per cui Berlusconi è indagato: l'età della marocchina. Egli tace volutamente questo punto fondamentale, sottintendendolo però, strizzando l'occhio al telespettatore: "eh, ma cosa vuoi che sia, anno più anno meno: Silvio - uomo «di facili costumi, ma di sani principi» - mica faceva l'arrapato, voleva solo qualche carezzina"....).
Tutta colpa (dice Ferrara) del pansessualismo, della libertà sessuale, del darla e darlo via senza troppe seghe mentali, troppi sensi di colpa, e un calo vertiginoso dell'Istituto Sacramentale della Confessione, che teneva a bada gli istinti con due prece e quattro avemaria - venendo qui alle stesse conclusioni della Conferenza Episcopale Americana.
E qui è bene che continui qualcuno più ferrato di me in materia, mi auguro Malvino, visto che Ferrara ha nominato l'altro suo Amore, il Ratzinger, e la sua dottrina contra il relativismo.
P.S.
Il titolo è un richiamo all'incipit di questo film.
1 commento:
grazie del ricordo di Arrapaho---
che dire---
forse gli Stati Uniti sono ipocriticamente moralisti, non lo so, non ci sono cresciuto---
sono cresciuto in Italia e dei festini privati di B. non mi interesso, ovviamente condanno il reato su una minore e l'abuso di potere---
la storia in sè è già deprimente di suo: un miliardario costretto ad acquistare compagnia---
Posta un commento