Pensavo Geronzi, pensavo male. Così intensamente male che, di colpo, sono stato costretto a sdraiarmi sul divano, prono, e a mettermi una mano nei coglioni per contarmeli, così, per essere sicuro che fossero sempre due. Pensavo Geronzi e un subbuglio allo stomaco mi è preso. Chiudendo le imposte sul far della sera, guardando il puntino di Vegas in diretta a 8½, ho pensato Geronzi e ho ululato, di modo che la volta celeste diffonda nelle orecchie del superno ecs presidente de le Generali l'eco del mio tormento. Pensavo Geronzi, contavo le stelle, e mi sono reso conto che esse sono molte meno dei suoi euro percepiti. La temperatura percepita. La ricchezza e la povertà, il fetore e la fame percepita. Pensavo Geronzi mezzo morto, appeso a un filo, proiettato sullo schermo, testa incastonata in una roccia diaccia de lo 'nferno. Pensavo Geronzi e a un bazooka, cazzo, no: meglio un kazoo per far esplodere la mia indisposizione, la mia indigestione, il mio disturbo. Pensavo Geronzi, penso a me che ora corro in bagno, che tiro lo sciacquone e preparo l'acqua tiepida pel bidet.
1 commento:
Di lui non ho tracce quotidiane, mentre la signora Giuliana gira spesso per il paese. È educata socievole, mi consiglia di non smettere di fare la tinta per nascondere i capelli bianchi, dal momento che sono ancora giovane e carina, dice lei. A chi le chiede come va, risponde che “va splendidamente...” Ma ultimamente è più spesso in giro. Forse non è abituata a tenersi il marito in casa :-) e preferisce uscire?…
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