Lungo la polvere che ricopre sottilmente i fili d'erba delle banchine stradali, le polacchine di camoscio, ormai ridotte a un tenue strato di suola che lascia filtrare subito l'umido delle pozzanghere, imprimono tracce lievi e sollevano ciuffi bianchi di soffione, che infastidiscono (cof, cof), anch'essi, una respirazione già compromessa, purtroppo, da tutti i veicoli a motore che transitano senza tregua.
Tutto questo, tuttavia, non impedisce a Raul di camminare ai margini della strada, proprio in fossetta: egli non si fida dell'appariscente striscia bianca che delimita il bordo della carreggiata; non sopporta, poi, il fatto di dover tenere un piede sull'asfalto e l'altro sulla nuda terra. Mormora, tra sé e sé: «Perché devo camminare contemporaneamente su due superfici diverse? Quale sarebbe poi delle due la migliore? Dacché, sicuramente, una superficie è megliore dell'altra, per quale ragione devo mettere un piede sul meglio e uno sul peggio? Considerato che camminare come un acrobata sulla linea bianca è pericoloso (passano troppi autoveicoli rasenti rasenti col rischio che m'investano), allora cammino qui sotto, e anche se è più difficoltoso e, a volte, impervio, i piedi, anzi: le polacchine consunte, le tratto in egual misura: così è vera parità dei diritti! Così è vera uguaglianza! Così è vera democrazia!».
Raul aveva molti chilometri di banchine stradali alle spalle e molti veicoli che gli erano passati rasenti rasenti davanti ai suoi occhi vigili. A volte egli si metteva a contarli, a suddividerli, a selezionarli. Censiva, sondava perfino senza l'aiuto di carta e penna o altri ammennicoli elettronici. La sua era una vera e propria mania statistica che lo aveva posseduto fin da ragazzo. Tutto era cominciato sui banchi di scuola, durante l'ora di religione (occupava un banco vicino a una finestra che dava su una tangenziale).
Il dato più eclatante che aveva rilevato era che, nel corso di un ventennio, la percentuale degli autoveicoli stranieri era passata da un miserabile 40% al ragguardevole 80% dell'intero parco auto circolante. Povera Fiat, povera Italia.
A chi gli domandava cosa avrebbe fatto da grande, rispondeva: «Operatore per indagini conoscitive sui trasporti e sulla viabilità presso la Società Autostrada, o presso l'Anas, o presso la Provincia». A suo disdoro, Raul è diventato un normale disoccupato. Comunque sia, tutte le volte che, durante le sue passeggiate stradali, incontra alcuni dipendenti delle succitate aziende, i quali eseguono i vari tipi di manutenzione ordinaria e straordinaria della viabilità stradale, egli si rivolge loro con lo stesso garbo ed eleganza di un principe dignitario che si rivolge ai suoi giardinieri nel magnifico parco della sua magione. Ciò nonostante, tali scortesi lavoratori, si burlano di Raul, mandandolo altresì con frequenza a quel paese.
Quale paese?
Raul cavalca le fossette, le sue polacchine trottano o galoppano a seconda della sua andatura.
Oggi è un giorno di inoltrata primavera: possiamo ammirare Raul affrontare un lunghissimo rettifilo. Il sole è alto e caldo, il vento teso, i pollini volano e fluttuano nell'aria con vivacità. Tutto questo svolazzìo provoca in Raul un fastidioso prurito, anche a causa del debole traffico che gli impegna poco la vista. Essendo allergico alle graminacee e altro tipo di erbe, Raul sa benissimo che l'errore più grave sarebbe quello di grattarsi. Quindi pensa bene di chiudere gli occhi, di mettersi le mani in tasca e di continuare a camminare. In fondo al rettifilo s'intravvede un ponte che attraversa un fiume. La fossetta dove Raul cammina è laterale al parapetto. Speriamo che qualche automobilista se ne accorga e, con un colpo di clacson, gli faccia riaprire gli occhi.
3 commenti:
Ti voglio bene e mi spiace non avere il tempo da dedicare a queste facezie, per me fondamentali.
Grazie, troppo buono.
Ricambio il bene.
:)
Bellissimo, Luca...
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