«Quando l'intera realtà in quanto rappresentazione e manifestazione dell'idea appare autocontraddittoria e come sprofondantesi nell'idea, questo è il principio tragico»¹.
Che lo si voglia o no (io vorrei e non vorrei), che si accetti il reale in quanto razionale oppure lo si rifiuti (io non riesco ad arginare il mare del reale), è indubbio che una morte come quella di Osama bin Laden sia un evento tragico.
«Nel tragico l'idea si manifesta come esistente attraverso l'annientamento; infatti, in quanto si toglie come esistenza esiste come idea, ed entrambe sono un'unica cosa. Il soccombere dell'idea come esistenza è la sua manifestazione come idea»².
Ecco, a mio avviso, una delle più fondate ragioni che avrebbero dovuto far propendere per la non uccisione del nemico. Lo so, a settembre mancano pochi mesi e la figura ieratica dello Sceicco del Terrore sarebbe riapparsa copiosa su tutti i media internazionali. Ma allora? Averlo inchiodato a morte con una pallottola in testa e, dopo, averlo gettato nel mare non determinerà il suo oblio, la sua “scomparsa”, la sua “manifestazione come idea”. Tutt'altro.
«Noi sappiamo che il nostro soccombere non è la conseguenza di un caso, ma del fatto che l'esistenza non può sopportare l'eterno, al quale siamo destinati, e che di conseguenza il sacrificio in sé è il più alto attestato della nostra superiore destinazione»³.
Voilà, un filosofo metafisico tedesco dell'Ottocento che l'intelligence americana avrebbe dovuto consultare prima di offrire all'opinione pubblica, su un vassoio d'argento, la testa di qualcuno che non aspettava altro per realizzare il suo sogno di paradiso.
Ogni parte di mondo ha bisogno di santi. Guardate qua da noi cosa fanno del “povero” Wojtyla. Figuriamoci là, nel Vicino-Medio Oriente quanti saranno coloro che invocano il santo subito, quanti affiggeranno il poster di colui che ha osato sfidare e colpire il Grande Satana Americano. Speriamo solo che, al massimo, il mondo arabo in futuro tributi a Osama bin Laden un culto laico simile a quello che molti occidentali tributano a Che Guevara. Anche se sarà difficile, giacché quando c'è di mezzo la fede ultraterrena le cose sono molto più complicate e puzzano di morto, anche se il cadavere è giù in fondo al mare.
¹K.W.F. Solger, Vorlesungen über Ästhetik, Leipzig 1829, [trad. it. Lezioni di estetica, a cura di G. Pinna, Palermo 1995, pag. 214. Trovato in “Peter Szondi, Saggio sul tragico, Einaudi, Torino 1996”]
² Ibidem, pag. 215.
³ Ibidem, pag. 86
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