«In ogni caso ciò che noi in un'opera comprendiamo e amiamo è l'esistenza di un uomo, una possibilità di noi stessi». Erich Auerbach
Aldilà del fiasco ottenuto col suo programma su Rai Uno, ciò che non ha consentito a Sgarbi di diventare - nonostante la sua esposizione pluridecennale sul palcoscenico dei media nostrani - un punto di riferimento nell'arte e nella cultura italiane, non sono tanto la sua antipatia o la sua irascibilità, bensì il fatto che egli non è, a mio avviso, un buon mediatore culturale.
Mi spiego con una piccola digressione. Come funziona la trasmissione culturale? Un discente, di norma, s'imbatte in un autore (o in un maestro, o in un critico) che gli suggerisce o lo invoglia (direttamente o indirettamente) a scoprire e a conoscere in profondità l'artista x o lo scrittore y, o il musicista z, i quali, a loro volta, stimolano il discente a scoprire e conoscere l'opera di a, b, c...
Bene, torniamo a Sgarbi. Nessuno, per carità, dubita della sua eccellente capacità dialettica e affabulatoria, della sua competenza e del suo sapere. Tuttavia, l'insieme di queste sue qualità non è sufficiente a far di lui quello che egli stesso mira ad essere: un'autorità in campo culturale. Questo non tanto perché - perlomeno a quanto ne so io, e son pronto a correggermi - nessuna facoltà umanistica italiana o europea contempli nei propri corsi di laurea nessuna opera critica sgarbiana. No. Piuttosto perché, sempre secondo me, in Sgarbi la trasmissione culturale s'inceppa, in quanto egli non mira a riflettere, a fare cioè da specchio ai raggi di luce che i vari capolavori artistici diffondono nel mondo; bensì egli tende ad assorbirli tali raggi, a servirsene per dar risalto al suo smisurato ego; in breve: egli usa la luce altrui per farsi bello agli occhi degli altri. Niente di male, intendiamoci. Ma questo non gli consente di diventare quello che in cuor suo pretende di essere: un maestro di critica, un'autorità, appunto.
Certo, nel corso della sua carriera, Sgarbi ha svolto numerosi incarichi di prestigio, ha organizzato molteplici eventi. Qualcuno mi aiuta a ricordare quali? Ok, sono ingeneroso. Voglio soltanto far notare che, nonostante da anni il suo nome rimbalzi nelle cronache culturali del paese, non riesco a ricordare alcun evento significativo che abbia dato l'avvio a una nuova scuola, a un nuovo stile, a una nuova avanguardia.
Il problema di fondo (tipico incipit del discorso sgarbiano) è che il "personaggio" Sgarbi nasce come ospite televisivo, e il perimetro della televisione, in molti casi, è come una prigione. A vita. L'unico modo di uscire da tale ergastolo è evadere. Il guaio però è che i carcerieri pagano troppo bene e, in più, vitto e alloggio sono gratis.
3 commenti:
un uomo di spettacolo
un supporter politico
uno furbo, insomma
ancora uno
direi che hai reso bene l'idea di un ego smisurato che assorbe ma non riflette
analisi perfetta. bravo!
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