Diego Rivera. Indian Warrior. 1931 |
Sembra che dopo la “caduta” manchi un un punteruolo che si configga sul fenomeno per inchiodarlo definitavamente alla storia. Si teme infatti che, in qualche modo, Berlusconi possa ritornare presto in scena, anche se - va ricordato - egli non è sceso dal proscenio, ma ha soltanto ceduto la parte di attore protagonista.
Preoccupazioni legittime, considerato anche che la macchina della propaganda berlusconiana è ancora lì, perfettamente oleata per ridonargli la verginità (chissà cos'hanno in mente i vari Signorini e le varie d'Urso a mediaset).
Ma che ci siano e che ci saranno sempre dei nostalgici, è fisiologico.
Figuriamoci, c'è ancora gente in Italia che porta fiori e ninnoli alla tomba di Mussolini o tiene il suo busto in salotto - e quasi tutti sono nati dopo la caduta del Duce.
Per non parlare della Germania, dove c'è chi ancora - nel chiuso della propria abitazione - si fa le seghe adorando «baffo buco» e poi magari va a uccidere qualche turco venditore di kebab. Non è questo il punto.
Il punto fondamentale è che il governo Berlusconi sia caduto - e questo è in sé un bene per la democrazia. Bene che si aggiunge al fatto che Berlusconi non sarà a Palazzo Chigi durante la campagna elettorale per le prossime politiche. Si ricordi, infatti, cosa accadde nel 2006 (e Feliciano di nonunacosaseria fa bene a ricordarlo a Giovanni). E da semplice parlamentare la sua vendetta sarà meno pericolosa. Almeno immagino.
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