«Qual è ora il punto di vista dell'io? Non ne ha alcuno. È lecito a qualunque cosa prenderlo d'assalto? È lecito. Forse che la banderuola di una chiesa o un aquilone in confronto sono un Gaurisankar? Si può ben dirlo. Passare come un'avventura dell'anima, scaturita dal nulla, cui noi sfuggiamo, dissolvendosi nel nulla che si rinchiude sulla nostra testa - sorgere come un blues e svanire come un raggio o una magnolia - così caduca, ephemer: segno profondo della sua anima! Un sirihpriem sotto la lingua, un pezzetto di cotognata su una foglia di pisang, per i giavanesi è tutto - così leggero sconfinato - e un nulla, senza rimedio - questo è il suo insegnamento!»
Gottfried Benn, Romanzo del fenotipo, Einaudi, Torino 1973.
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