821-252 Car il ne faut pas se méconnaître, nous sommes automate autant qu'esprit. Et de là vient que l'instrument par lequel la persuasion se fait n'est pas la seule démonstration. Combien y a(-t-)il peu de choses démontrées? Les preuves ne convainquent que l'esprit, la coutume fait nos preuves les plus fortes et les plus crues. Elle incline l'automate qui entraîne l'esprit sans qu'il y pense. Qui a démontré qu'il sera demain jour et que nous mourrons, et qu'y a(-t-)il de plus cru? C'est donc la coutume qui nous en persuade. C'est elle qui fait tant de chrétiens, c'est elle qui fait les Turcs, les païens, les métiers, les soldats, etc. Il y a la foi reçue dans le baptême de plus aux chrétiens qu'aux païens. Enfin il faut avoir recours à elle quand une fois l'esprit a vu où est la vérité afin de nous abreuver et nous teindre de cette créance qui nous échappe à toute heure, car d'en avoir toujours les preuves présentes c'est trop d'affaire. Il faut acquérir une créance plus facile qui est celle de l'habitude qui sans violence, sans art, sans argument nous fait croire les choses et incline toutes nos puissances à cette croyance, en sorte que notre âme y tombe naturellement. Quand on ne croit que par la force de la conviction et que l'automate est incliné à croire le contraire ce n'est pas assez. Il faut donc faire croire nos deux pièces, l'esprit par les raisons qu'il suffit d'avoir vues une fois en sa vie et l'automate par la coutume, et en ne lui permettant pas de s'incliner au contraire. Inclina cor meum deus
Perché non possiamo negare di essere al tempo stesso automi e intelletto. Da ciò viene che il mezzo della persuasione non è la sola dimostrazione. Ci sono ben poche cose dimostrate! Le prove convincono solo l'intelletto, è l'abitudine che rende le nostre prove più forti e più credute. Essa orienta l'automa, che trascina l'intelletto senza che questo ci pensi. Quale dimostrazione c'è che domani farà giorno e che noi moriremo, ma c'è qualcosa a cui crediamo di più? È dunque l'abitudine che ce ne persuade. È lei a fare tanti cristiani, turchi, pagani, professioni, soldati, ecc. È a lei infine che dobbiamo ricorrere una volta che l'intelletto ha visto dov'è la verità, per abbeverarci e impregnarci di questa credenza che ad ogni istante ci sfugge; sarebbe davvero troppo faticoso averne sempre davanti le prove. Bisogna acquisire una credenza più facile, che è quella dell'abitudine, che senza violenza, senza artifici, senza argomentazioni, ci fa credere le cose e inclina ogni nostro impulso verso questa fede, così che la nostra anima vi si abbandona spontaneamente. Se si crede solo per la forza della convinzione, mentre l'automa spinge in direzione contraria, non è sufficiente. Dobbiamo dunque far credere le nostre due parti, l'intelletto con le ragioni che gli basta aver visto una volta nella sua vita, e l'automa con l'abitudine, non permettendogli di andare in direzione contraria. «Inclina cor meum deus»
Pascal fa sempre bene la sera, costringe il pensiero all'azione, tiene su le palpebre che sarebbero pronte a cercare rifugio nell'oblio di brutte immagini televisive.
Vedi questo pensiero a tutta prima faticoso, indubbiamente faticoso. Scaliamolo, a mani nude, cerchiamone la vetta.
Provo a dire cosa vedo da quassù? Questo: noi occidentali siamo abituati al mondo in cui viviamo. Lo diamo per scontato, e tutti gli accadimenti che subiamo li crediamo accidenti, abitudini. Siamo abituati alle crisi economiche su vasta scala e al fatto che, quando c'è una crisi economica, dobbiamo fare dei sacrifici. Ma il sacrificio ha smesso da un bel po' di tempo di essere sacro. Il sacro è precipitato tutto a terra, pioggia acida che corrode le nostre menti, cosi malate di abitudine.
Sbaglierò, ma questo di Pascal mi sembra un pensiero reazionario: un pensiero cioè da piccolo borghese soddisfatto, che nasconde sotto il tappeto del proprio salotto, la verità fondamentale che riguarda noi umani: gli uomini sono mortali, e noi siamo uomini. Di fronte a questo scandalo dobbiamo, secondo il Nostro, volgere la testa altrove, mangiare una buona scorta di abitudini, digerirle, assimilarle, enunciarle.
Già, perché se noi umani avessimo tutti i giorni in testa la fissa che un giorno moriremo, beh, difficilmente saremmo dei buoni automi che seguono abitudini consolidate di buona educazione. Soprattutto: cominceremmo ad avere in uggia l'acquisire credenze facili, sorvegliate, “senza argomentazioni”. Chiederemmo conto di tutto, persino sulle crisi economiche che non ci appartengono vorremmo sapere altre verità. In poche parole: vorremmo andare nella direzione contraria delle abitudini. Dove? In quel luogo in cui non si sta ad aspettare di prenderlo nel culo senza volerlo. È per questo che stasera sono salito su questa cima. Stavano volando bassi.
1 commento:
Pascal era un bravo giovine che costruiva triangoli e calcolatrici. Poi ha cominciato tutti quei discorsi di dio e mica dio, di scommesse e abitudini, e si è perso nei suoi pensieri.
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