domenica 20 novembre 2011

But I want to stay here


Myrtle                                                                              Mirto

How funny your name would be
if you could follow if back to where
the first person thought of saying it,
naming himself that, or maybe
some other persons thought of it
and named that person. It would
be like following a river to its source,
which would be impossible. Rivers have no source.
They just automatically appear at a place
where they get wider, and soon a real
river comes along, with fish and debris,
regal as you please, and someone
has already given it a name: St. Benno
(saints are popular for this purpose) or, or
some other name, the name of his
long-lost girlfriend, who comes
at longlast to impersonate that river,
on a stage, her voice clanking
like its bed, her clothing of sand
and pasted paper, a piece of real technology,
while all along she is thinking, I can
do what I want to do. But I want to stay here.
       Quanto sarebbe comico il tuo nome
       se riuscissi a risalirlo fino a dove
       la prima persona pensò di pronunciarlo,
       chiamandosi così, o può darsi
       altre persone lo pensarono
       e lo imposero a quella persona. Sarebbe
       come risalire un fiume fino alla sorgente,
       impossibile. I fiumi sono senza sorgente.
      Appaiono automaticamente e basta, in un posto
      in cui si fanno più ampi, e d'un tratto un vero.
      fiume discende, con i pesci e i detriti,
       regale quanto vuoi, e qualcuno
      gli ha già dato un nome: san Benno
      (i santi vanno forte a questo scopo) o, o
     un altro nome, il nome della
     fidanzata persa da tempo immemore, che arriva
    dopo infinita attesa a impersonare quel fiume,
    su un palcoscenico, con la voce che sbatte metallica
    come il suo letto, le vesti di sabbia
    e cartapesta, esempio di tecnologia reale,
    mentre lei non smette di pensare, posso
    fare quello che voglio. Ma io voglio restare qui.


John Ashbery, Un mondo che non può essere migliore, poesie scelte 1956-2007, Luca Sossella editore, Roma 2008, traduzione di Damiano Abeni con Moira Egan.

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