Non posso sapere cosa ha detto Valerio Staffelli, dato che non guardo Striscia la notizia.
Ma ho visto come tutti i principali giornali online abbiano riportato la tentata consegna del Tapiro gigante a Berlusconi. Le truppe d'assalto Mediaset si stringono intorno al loro capo, non ne rappresentano la caduta, dato che il tonfo ancora non si è sentito. Per ora è come se una statua gigante di Saddam Hussein o Gheddafi fosse caduta su un materasso. Subito, essa è stata coperta con un lenzuolo protettivo, per non calpestarla, sputarci sopra, come magari sarebbe stato giusto. Più che strappare ritratti, qui si ricompone il morto, l'imbalsamato, lo si ristruttura, gli si preparano nuove libagioni per la sua immarcescibile presenza sul mercato politico economico italiano.
Il tapiro gigante, dunque, è solo un vitello d'oro prodotto dalla più subdola macchina di propaganda berlusconiana, creato in attesa che lui ridiscenda in campo, dopo aver parlato con Dio (vox populi). Nuovi comandamenti sono pronti, si cerca solo di definire meglio il nemico. E di praticare dei più severi riti d'iniziazione per la nomina dei nuovi candidati. Intanto, si resti nel camerino, a provare più e più volte il nuovo copione e trovare una maniera di guardare dentro la telecamera che dia l'impressione di avere la faccia meno a culo possibile.
1 commento:
C'è poco da festeggiare, nessun nuovo 25 aprile, peccato!
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