Leggere Michele Serra è sempre un piacere e spesso, diciamo al 99% delle volte, la penso come lui.
Ma oggi no, oggi mi convince meno. Soprattutto nel finale. Ho visto benissimo che quel «come noi» è tra virgolette. Tuttavia, esso sottintende un'idea elitaria di democrazia - e questo no, non è possibile. Meglio allora richiamarsi subito al dispotismo illuminato che pensarla così. In democrazia si vota necessariamente per uno come noi, per quelli come noi, dato che non esistono persone migliori o peggiori di noi. Siamo tutti compagni - compresi quelli che sbagliano. Se io ho letto un milione di libri e ho solo due euro sul conto corrente non sono necessariamente migliore (o peggiore) di coloro che di libri ne hanno letti due e hanno un milione di euro in banca.
Il problema vero della democrazia, di ogni democrazia occidentale tranne qualcuna, è di dare troppa importanza e onore a coloro che ci governano, a discapito di coloro che, invece, sono (sulla carta) i veri detentori del potere: i cittadini.
La sovranità appartiene al popolo che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione. Bene, sono queste forme e questi limiti che vanno modificati, non il concetto. E perciò ritenere Berlusconi servo nostro e non nostro signore, e come tale trattarlo. E dato che Berlusconi è stato (ed è) un servo di merda che ha pensato solo agli affaracci suoi, per questo infamarlo, non perché è diverso da noi*.
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