Leggendo il reportage di Pietro del Re su Repubblica, vengono in mente - come sempre quando si tratta di simili argomenti - due cose: perché accadono questi massacri e cosa fare per impedirlo. Il perché accadono lo dimostra il reportage stesso: la quantità di soldi e di interessi legata al flusso della droga transitante dal Messico per giungere al florido mercato degli Stati Uniti.
Per impedirlo, o meglio, per cercare di porre fine a tale tipo di stragi occorrerebbe provare con la completa liberalizzazione commerciale degli stupefacenti.
Non voglio infrenarmi con i soliti discorsi dei pro e dei contro. Dico solo: che sia fatto un esperimento a livello internazionale di completa liberalizzazione e regolamentazione (come avviene in fondo per l'alcol, lo zucchero, il petrolio, le armi, il latte eccetera); un esperimento di qualche anno, poniamo un quinquennio, dopo il quale si trarranno le debite conclusioni. Avremo una società di drogati e tossici che si aggireranno nelle nostre metropoli occidentali molto più di ora e in peggior modo? Le varie mafie del mondo saranno costrette ad aprire una partita Iva e dovranno emettere fattura? Aumenterà il Pil? Proviamo, sperimentiamo: sono convinto che, in breve tempo, la carneficina per il controllo del traffico della droga avrà fine.
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