Gerusalemme, 12 nov. - (Adnkronos/Aki) - Rischia l'ergastolo per apostasia il 26enne palestinese, Walid Hossein, 'tradito' dai messaggi pubblicati sul social network 'Facebook' in cui dichiarava di essere Dio e insultava il profeta Maometto. Il giovane, riporta il sito web dell'emittente 'al-Arabiya', è stato arrestato nella città di Qalqiliya, in Cisgiordania, dove forte è la rabbia per quanto avvenuto al punto che alcuni residenti ne hanno chiesto persino la condanna a morte. Hosseini è sospettato di avere scritto per anni su un blog in lingua inglese e araba testi in cui sosteneva l'ateismo e definiva il Dio dell'Islam "un beduino primitivo". Hossein aveva inoltre dichiarato che la religione islamica è "una fede cieca che cattura le menti della gente laddove c'è ignoranza e irrazionalità". Il 26enne palestinese è accusato anche di avere creato tre gruppi su 'Facebook' in cui si dichiarava Dio e ordinava ai suoi seguaci di fumare marijuana avvolta in versetti che facevano una parodia del Corano. Malgrado il controverso contenuto, il suo blog in arabo è arrivato a contare 70 mila visitatori. La notizia dell'arresto di Hosseini ha colto di sorpresa gli abitanti di Qalqiliya che conoscevano personalmente il ragazzo, "un timido barbiere" è il commento più diffuso, ma che ora invocano come punizione la pena capitale. "Mi sembrava un ragazzo quieto, che pregava con la famiglia ogni venerdì e che trascorreva le sere al lavoro nella bottega del padre", ha affermato Abdul-Latif Dahoud. "Dovrebbe essere bruciato vivo", taglia corto, senza mezzi termini l'uomo, "anzi - ha aggiunto - l'esecuzione deve avvenire in pubblico così che sia da monito per gli altri".
Riguardo alla contestazione subita ieri a Torino dallo scrittore israeliano Amos Oz non aggiungo nulla a quanto scritto magistralmente oggi su Repubblica da Michele Serra nella sua Amaca quotidiana (ancora non disponibile online, non ho lo scanner, spero che il Pazzo provveda).
Vorrei solo, marginalmente, suggerire agli attivisti di Free Palestine di fare un salto a Qalqiliya, in Cisgiordania, per dare sostegno e solidarietà a Walid Hossein, blogger palestinese che, per aver espresso opinioni non riguardose contro Maometto e il Corano, rischia l'ergastolo per apostasia.
Ora, gli israeliani avranno tanti difetti, ma se un blogger (o uno scrittore) dicesse che Mosè è un vecchio bacucco e che dentro i tefillin è meglio tenerci un po' d'erba spinella anziché i quattro brani della Torah, be' attualmente non rischierebbe alcun ergastolo, e nemmeno, suppongo, dovrebbe udire qualche suo zelante concittadino che, impunemente, gli auspica il rogo per ciò che pensa e che scrive.
Update
Qui trovate l'Amaca di Serra.
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