Se gli uomini nascessero liberi, non si formerebbero nessun concetto di bene e di male, finché fossero liberi.
Bento de Spinoza, Etica, Parte IV, Prop. 68, Bollati Boringhieri, Torino 1959 (traduzione di Sossio Giametta).
«In effetti, non ci sarebbero Bene e Male al di fuori del buono e del cattivo, dell'utile e del dannoso, vale a dire al di fuori della gioia e della tristezza che noi proviamo. Ma la tristezza è inseparabile da una conoscenza “inadeguata” delle cose. Chi conosce le cose nella loro necessità, non subisce alcuna tristezza; egli non ha niente da rimproverare al reale come fanno coloro che pensano che il mondo dovrebbe conformarsi al loro buon volere per essere perfetto. Colui che conosce il reale nella sua necessità, anche sotto la sua forma in apparenza più orribile, trae una forma di soddisfazione: egli comprende almeno un po' quel che sta succedendo. Un uomo libero, vale a dire: un uomo che vive “sotto la guida della ragione”, non proverà alcuna tristezza e non si formerà alcun concetto di Bene o di Male. Ma questo, naturalmente, è impossibile da darsi e non resta che un ideale: noi umani restiamo sottomessi all'immaginazione e passiamo una parte della nostra esistenza a sognare ad occhi aperti».
David Rabouin, «Abécédaire», da Dossier Spinoza, Magazine Littéraire, n° 370, novembre 1998 (traduzione mia).
1 commento:
avrei una domanda...
il concetto di Bene e di Male, a B. chi cazzo gliel'ha innestato?
doveva essere perlomeno fumato, ha fatto un casino immenso!
(mi scuso, per l'ennesima volta, per il turpe linguaggio, ma quanno ce vo' ce vo'...)
WW
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