sabato 12 febbraio 2011

Ostellino della gioventù

Alberto Cane è andato nella tana dei lupi. Solo lui poteva (non me ne voglia per la battuta facile), e gliene siamo grati. Soprattutto per aver riportato questo stralcio del discorso di Piero Ostellino:
«Se io vado da un medico non gli chiedo se è onesto voglio solo che mi curi bene. Se vado da un commercialista non gli chiedo se è onesto voglio solo che segua al meglio i miei interessi. E allora a un politico non chiedo se è onesto, da lui pretendo solo che sia efficiente.»
La fallacia logica del ragionamento mi pare di una cristallina evidenza. E proprio da un punto di vista liberale! Infatti, al medico e al commercialista chiedo solo di curare la mia salute e la mia contabilità*; ma a un politico si chiede di governare avendo cura dell'interesse di tutti i cittadini, prima ancora che dei miei (e dei suoi), visto che suo compito principale, su cui ha prestato solenne giuramento, è di svolgere il mandato per il quale è stato eletto nell'interesse esclusivo della nazione. Se il politico è efficiente e disonesto, la sua efficienza sarà esercitata nel soddisfare la sua disonestà. Il politico quindi deve essere prima di tutto onesto. Leggiamo dalla voce onestà di Wikipedia:
L'onestà (dal latino honestas) indica la qualità umana di agire e comunicare in maniera sinceraleale e trasparente, in base a princìpi morali ritenuti universalmente validi. Questo comporta l'astenersi da azioni riprovevoli nei confronti del prossimo, sia in modo assoluto, sia in rapporto alla propria condizione, alla professione che si esercita ed all'ambiente in cui si vive. L'onestà si contrappone ai più comuni disvalori nei rapporti umani, quali l'ipocrisia, la menzogna ed il segreto. In molti casi la disonestà si configura come vero e proprio reato punibile penalmente, ad esempio nei casi di corruzione e concussione di pubblici ufficiali. L'onestà ha infatti una importante centralità nei rapporti sociali e costituisce uno dei valori fondanti dello stato di diritto.
Dunque, chiedere solo efficienza a un politico è riproporre un ragionamento frusto, vieto confutato inesorabilmente dal grande Massimo Troisi nel film Le vie del signore sono finite.
Ecco, l'efficienza, caro liberale smutandato, in uno stato di diritto, è bene chiederla ai (e pretenderla dai) funzionari dello Stato. Ai politici è necessario chiedere e pretendere onestà.

A parte.
Secondo me, il poro Ostellino, probabilmente eccitato dalla platea, non si è reso conto di aver detto una cazzata. Il suo ragionamento avrebbe avuto maggior valenza se, al posto della parola onesto, avesse usato, prendendo a prestito un'elegante definizione della consigliera regionale Nicole Minetti, le parole pezzo di merda.

*Anche su questo ci sarebbe molto da dire: ci andreste voi da un commercialista dichiaratamente disonesto? E vi fareste fare una diagnosi da un medico disonesto?

3 commenti:

palladifango ha detto...

La decisiva parte degli elettori è refrattaria (lo si misura nei sondaggi ma sopratutto nelle urne) alle storie di falsi in bilancio, stallieri mafiosi, minorenni, bunga bunga, corruzione, zoccole in parlamento, qualsiasi cosa.

Riprendendo l'analogia di Ostellino, questi elettori chiedono essenzialmente al politico quello che chiedono al commercialista: non che sia onesto, ma che segua al meglio i suoi interessi (in capa a loro). Punto. Se poi ci fa pure ridere in televisione, meglio.

Questo politico ideale è bene illustrato in una scena di Signore e signori Buonanotte (1976), ma il nostro esemplare in vivo è di gran lunga migliore.

Ci andrebbero eccome da un commercialista dichiaratamente disonesto e ammanicato se credono di poter trarre sicuro vantaggio. C'è una fetta decisiva di elettori convinta che sia meglio avere buoni amici che buone leggi.

Luca Massaro ha detto...

Palladifango scrive: [il suo commento è arrivato nella mia mail e non capisco perché non è rimasto incollato qui. Provvedo io]:
«palladifango ha lasciato un nuovo commento sul tuo post "Ostellino della gioventù":

La decisiva parte degli elettori è refrattaria (lo si misura nei sondaggi ma sopratutto nelle urne) alle storie di falsi in bilancio, stallieri mafiosi, minorenni, bunga bunga, corruzione, zoccole in parlamento, qualsiasi cosa.

Riprendendo l'analogia di Ostellino, questi elettori chiedono essenzialmente al politico quello che chiedono al commercialista: non che sia onesto, ma che segua al meglio i suoi interessi (in capa a loro). Punto. Se poi ci fa pure ridere in televisione, meglio.

Questo politico ideale è bene illustrato in una scena di Signore e signori Buonanotte (1976), ma il nostro esemplare in vivo è di gran lunga migliore.

Ci andrebbero eccome da un commercialista dichiaratamente disonesto e ammanicato se credono di poter trarre sicuro vantaggio. C'è una fetta decisiva di elettori convinta che sia meglio avere buoni amici che buone leggi.

http://www.youtube.com/watch?v=euZRB-QzK6A&feature=player_embedded

Luca Massaro ha detto...

Sì, è vero, hai tristemente ragione.
Ma, per la miseria, che questo venga teorizzato anche da chi si ritiene un "fine liberale", è questo che mi fa girare le palle.
:-(