Potrei dirti: hai ragione, prendi tutto, fallo bene, soprattutto in fretta, sbrigati, che non se ne parli più. Spingi a fondo, senza compromessi, la tua volizione; non ti mettere a discutere, tanto sai ch'è inutile fare tutti contenti; accontentati per te, almeno uno, dieci, mille stiano bene, cosa importa, basta il seme, un giorno sarete tutti della stessa razza, senza bisogno di eugenetiche particolari, ormai la fica e la plastica hanno deciso da che parte stare, e i mostri sono carne adatta per fare da scudo alla tua bella vita.
Ti chiedo una cosa sola: non cercare di convincermi che fai tutto questo per me. Sii sincero, ti prego. Preferisco. Non venirmi a raccontare che un giorno ti ringrazierò perché non lo farò neanche se poi tu avrai ragione. Questo presente è mio, non puoi rubarmelo, anche se è duro, triste, vissuto rasoterra. Puoi prendere tutto, lo stai facendo, ma il mio presente no, il mio ora, ora no, il mio urlo crudo, che spezza la notte. Sei gentile, lo so, vorresti anche pagare tu il conto di questa cena tiepida. Non è il caso, non voglio sentirmi in obbligo di ringraziarti. Tu non devi salutarmi con una falsa coscienza a posto. Senti fuori come gridano, chiedono di te, vorrebbero anche loro essere qui, per mangiare un pasto caldo e magari ringraziarti. Hai scelto me ingannandoti sulla mia modestia, sulla mia presunta cortesia. È la mia unica arma, visto che non posso sparare, visto che non posso essere invisibile, visto che non posso diventare un dio della vendetta. Beh, si è fatto tardi, è ora torni a casa. Cosa dire: è stata un'occasione. Persa. Salutami Angela.
1 commento:
Veemenza ruggente, amarezza struggente, Morandi raggelante.
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