«L’Amaca di oggi di Michele Serra ha sollevato un dibattito sul web, in particolare su Twitter, chiamato in causa come generatore di “un linguaggio binario” teso tra le dicotomie del “a favore”/”contro” quando viene usato nella logica del doppio schermo che ci porta a fruire dei contenuti televisivi con il PC sulle gambe e le dita pronte ad un commento veloce e connesso.» G. Boccia
I cinguettii delle Gigliole son permalosi. Capisco. Cinguettassi mi adirerei anch'io con Serra. Ma giacché non cinguetto mi concentro non tanto sulla tanto deprecata frase finale dell'Amaca odierna che, volutamente, non riporto ché non sa di una sega; ma sull'incipit di essa qualcosa da dire a Serra ce l'avrei: perché guardi la tv e, perdipiù, in compagnia di un amico? Se non la guardavi non t'accorgevi neanche dei cinguettii insulsi che vengono cinguettati a dismisura. Tuttavia, se non la guardavi non avresti avuto lo spunto per poter scrivere la tua consueta rubrica che è, onestamente, una delle cose più imperdibili di Repubblica. Il punto è che per scrivere l'Amaca devi sempre essere attuale. Per scrivere un post di un blog periferico, invece, uno può permettersi il lusso di essere, quasi sempre, spudoratamente inattuale: tanto il blogger mica è sotto contratto.
2 commenti:
Tweet mi sa molto di simghiozzo nevrotico. Poi l'idea di avere le parole contate e di condensare qualcosa di intelligente e indispensabile in quanti? 140 caratteri? Omioddio, mi viene già l'ansia.
@Melusina: qualcosa di intelligente?
Maddai non è per quello che esistono.
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