domenica 16 febbraio 2025

Il coraggio della libertà

Conferenza tenuta da Rudolf Steiner agli operai della Daimler il 25 aprile 1919 a Stoccarda col titolo: «La solidarietà nel sociale: come e cosa fare». 

Io l'ho letta e mi sono entusiasmato e per questo la condivido. Ah, l'edizione è di dominio pubblico e quindi replicabile, basta citare la fonte.

domenica 2 febbraio 2025

Candelora

1. 
Non sono più abituato a tenere un diario, privato o pubblico. Direi che tutto è mutato negli ultimi cinque anni. Gradualmente, i punti di riferimenti ideologici che informavano il mio pensiero sulla questione sociale sono franati. Cinque anni fa, qui in Italia, i poteri dello Stato (tutti i poteri, compreso il quarto e il quinto) hanno mostrato le loro fauci. Fauci compreso. Quindi non è questione di giocare le parti in commedia della politica destra sinistra centro, con le loro vane dispute che non portano a niente. E neanche pensare di "rivoluzionare" mutando i rapporti di "forze", in pratica: l'abolizione della proprietà privata dei mezzi di produzione, giacché se la produzione muta "padrone" e finisce in mano allo Stato, o diventano "padroni" gli operai (i capipopolo o chicchessia), il fatto è che non si muta, nella sostanza, la sola cosa importante da mutare: mettere al centro l'individuo, l'essere umano, per garantirgli il diritto alla vita e la libertà dalla schiavitù del lavoro (l'andante: "chi non lavora non mangia, è identico al "chi non si vaccina non lavora e non mangia"). 

2.
Oggi, la Candelora, festa della Luce. Siamo a metà inverno, a metà strada tra il solstizio d'inverno e l'equinozio di primavera. Come garantire, quindi, a ogni essere umano il diritto alla vita dalla nascita alla morte e, al contempo, la libertà dalla schiavitù dal lavoro senza mutare i rapporti di forze e conservare il guscio (protettivo) dello Stato che si occupa solo della giustizia?

3.
Quello che è accaduto negli ultimi anni non è solo una disgrazia, ma anche una "grazia", giacché ho incontrato (sono andato incontro) all'antroposofia e all'antropocrazia, a mio avviso le uniche reali e concrete Vie di uscita che vincono il pessimismo, il buio e la tenebra e offrono a ogni essere umano vera Luce.

4. 
Tutti i pensieri che aprono orizzonti e che prospettano soluzioni alla questione sociale possono essere considerati "utopistici", un po' folli, ingenui. Eppure, se si hanno a cuore gli esseri umani, occorre pensarli; occorre vagliare, esaminare e - soprattutto - scartare. Ma se si ci si addentra nell'analisi dello stato di cose presente e si cerca di vedere dove sono le falle del sistema che impediscono a ogni essere umano di essere libero di vivere senza essere obbligato a niente (non al lavoro, non alla scuola, non alla cura, non alla fede), s'intravvede che già adesso, con pochi accorgimenti, si potrebbe iniziare a ottenere da domani questo imprescindibile e incontestabile diritto per tutti.

5. 
Come? Prendiamo l'Italia (anzi: questo vale soprattutto per l'Italia). In estrema sintesi: 
a) abolizione totale di tutte le tasse, di tutte le imposte, di tutti i tributi e di tutti gli obblighi previdenziali. Questo porterebbe alla
b) diminuzione dei prezzi delle merci e delle prestazioni lavorative e al raddoppio del potere di acquisto di tutto il denaro esistente.
c) Con questo denaro rivalutato, viene estinto, una tantum, il debito pubblico. 
e) Sulla massa monetaria restante porre una decurtazione monetaria (tassa unica sul denaro) piccola e ineludibile (secondo certi calcoli si parla del 10% annuale), che impedisce l'ingiusta speculazione finanziaria parassitaria dell'economia reale.
f) In contropartita, con una parte del ricavato di tale "tassa" è emesso, per ogni cittadino, un reddito di esistenza in modo incondizionato, dalla nascita alla morte, tale da assicurare il diritto a una vita libera e dignitosa.
g) Con l'altra parte si finanzia lo Stato, che si occupa soltanto dell'amministrazione della Giustizia, con giudici eletti direttamente e periodicamente dai cittadini, e della pubblica sicurezza, con personale che farà questa professione per scelta e non per necessità sotto le direttive della Magistratura.
h) Lo Stato, dunque, non si occuperà più di economia (che sarà totalmente libera) né di Cultura (via ogni obbligo scolastico) né di Sanità (libertà totale di cura e chi teme che questo non sia sostenibile, si fa notare che già oggi la sanità non è gratuita, che oltre alle tasse dirette prese dal reddito, vi sono i "ticket" e già la sanità privata è una realtà di fatto)
i) Non avranno più senso i "partiti politici" perché non ha più senso che un individuo sia rappresentato politicamente da un altro.

6.
Grazie a queste misure studiate, elaborate e proposte da Nicolò Giuseppe Bellia, ogni individuo è libero e l'unico legittimo sovrano della vita sociale e tutte le istituzioni sono poste al suo esclusivo servizio. 

Ecco, oggi ho voluto accendere questa candela. Secondo me fa molta luce.

giovedì 23 gennaio 2025

Le sei giare

Potrei comunque dirti che stasera il cielo,
nelle sue variazioni di blu e bianco della Luna,
rispecchia esattamente il sentimento
di essere anch'io un punto di luce nello spazio,
un essere che brilla in quanto spirito,
luce che a niente servirebbe
se illuminasse solo il perimetro dell'io
e non si unisse alla luce dei punti altri
per rischiarare il corpo della Terra.

E se anche ognuno può 
dire solo ‘io’ a sé stesso, 
il nostro ‘io’ è là fuori di noi, è in tutti
coloro che incontriamo, 
molto più di quanto sia dentro 
la pelle o le ossa di ciascuno.
Riceviamo il nostro ‘io’ da ogni parte 
e, quando lo riconosciamo nello sguardo altrui,
le campane suonano a festa per la gioia 
di ritrovarsi e vedere che tra noi
si tesse qualche cosa, una trama 
che trasforma l'acqua in vino
per gli invitati alle nozze di Cana. 

L'amore della Madre e la saggezza del Logos
operano finalmente dentro noi mentre riempiamo
di acqua e luce fino all'orlo le sei giare.

lunedì 6 gennaio 2025

Cielo capovolto

     Pensarsi come cielo capovolto:

pensare al volto, pensare al capo.

Lasciare che la pioggia bagni il corpo

e le nuvole ridisegnino daccapo

il corpo rivolto verso il cielo

il cielo riposto dentro al capo.


Osservare l’imbrunire presso un porto

il rischiarare dell’alba su da un clivo

e congiungere i due punti dentro a un punto

come se lì ci fosse tutto il vivo

svolgersi del tempo

l’espandersi e il contrarsi dello spazio

proprio come se in quel momento

cogliessimo la primordiale fragola

dal sapore così dolce che non muore.


E, nel velluto della notte, trapuntarsi

le stelle dentro al petto perché il cuore

le trasformi tutte in pensieri d’amore

in un’azione che si fa perché si deve fare

senza aspettarsi niente se non l’amore

per l’umana gente che rispecchia

negli occhi quel che siamo

tutti i nostri nomi scritti nella storia

e che sono stati posti dall’Alto

verso il Basso, come cielo capovolto

per vedere Dio in ogni capo,

per guardare il Cielo in ogni volto.


sabato 4 gennaio 2025

martedì 31 dicembre 2024

La cimosa

Ogni tanto provo a rileggere quanto depositato qui negli anni e, confesso, non quasi mai d'accordo con quello che ho scritto, quasi mai. Salvo le poesie e qualche racconto, il resto, soprattutto il mio commentare la realtà politica e sociale e di costume, sarei tentato di cancellarlo, come si cancella con una cimosa la lavagna.

Ma poi penso che no, è bene che ogni tanto vada a rileggere quello che pensavo e che adesso non penso più.

Buon 2025.

domenica 27 ottobre 2024

Le foglie morte non sono



Le foglie, che morte non sono,
irradiano in cielo la luce,
filtrata dai rami che, nudi, vestirono.

E mi sembra, camminando,
che pestarle sia peccato
ché ne infranga il riposo, la trasformazione.

Ma il fruscio che ogni passo produce
richiama lo scorrere del tempo
e la pace che ci è stata offerta

Morire è un ampliamento di vita:
è il riassunto dei propri pensieri,
è il diffondersi intorno 
sugli altipiani del sopra mondo.

Macerare è restituire al Padre
il pane quotidiano invocato
con la preghiera che il Figlio,
per collegarci col Cielo, ci ha dato.

Le foglie, che morte non sono,
irradiano in cielo la voce
tra le corde dei rami che, nudi, vestirono.






venerdì 18 ottobre 2024

Lascia che viva questa creatura


Lascia che viva questa creatura;

Lascia che viva senza paura,

sicura di andare nel mondo

scegliendo da sola le cose da fare

senza il tormento dell’imparare,

senza l’assillo di dover lavorare

per quei quattro soldi

che sono il sigillo della schiavitù...


Lascia che viva questa creatura.

Lascia che viva una nuova avventura

che abbia cura per l’anima umana

che libera cerchi sé stessa

nello spazio di vita concesso

tra nascita e morte diventi cosciente

di essere un punto di luce divina

che brilla negli occhi

di chi l’ha creata

come gli occhi di mamma

per la propria creatura

che lascia andare nel mondo

più pura...


Lascia che viva questa creatura...

domenica 22 settembre 2024

Pievescola

Pioviscola a Pievescola e i cani
passano coi loro padroni al guinzaglio:
abbaiano come forsennati, forse
perché devono pagare l'iva ai nani
e alle ballerine un conguaglio.
Non fa freddo, ma hai le mani
ghiacce tu pur non essendo presente
in questo punto di Toscana.
Sarà la gente, sarà la pieve del Battista
illuminata dalla luce di Michele;
sarà il miele di acacia dei tuoi baci
che ritornano e che scaccio 
come lo sciame di formiche con le ali
che s'innalza da una siepe vicina;
sarà una panchina nei pressi
dove mi sdraio e faccio finta
di aspettarti mentre leggo non giornali
ma le Considerazioni sui nessi
karmici... Non lo so: so che pensarti
adesso vale mille farmaci 
alla mia anima che, in verità,
più che pensare di tornare indietro,
tenta di diffondersi insieme ai colori
d'un arcobaleno riflesso
su una goccia d'acqua o su una lacrima
che scivola sul vetro di una macchina
parcheggiata in doppia fila.
L’anima mia che tenta d’essere
pienamente cosciente di se stessa
in quest’epoca che richiede
un'attenzione particolare 
allo Spirito che ci inabita nel pensare
Col pensare l’anima si allarga
e unisce tempo e spazio in un punto
dove ci sta tutto, compresi io e te,
che siamo altrove, non certo qui
a Pievescola, in un fresco pomeriggio 
in attesa del respiro dell'autunno.

martedì 10 settembre 2024

Il denaro unica merce che non muore

« Esiste oggi nell’ordinamento sociale qualcosa di innaturale al massimo grado e cioè che, semplicemente per il fatto di possederlo, il denaro aumenta. Lo si mette in banca e se ne ricavano interessi. Questo è il fatto più innaturale che possa esistere. In realtà è semplicemente un assurdo. Non si fa nulla; si mette in banca il denaro che si ha, che forse non ci si è nemmeno procurato col lavoro, ma che si è ereditato, e se ne ricavano interessi. È un assoluto nonsenso. Però sorgerà la necessità, quando il procacciamento dei mezzi di sussistenza sarà separato dal lavoro, che il denaro venga impiegato, se esiste e se viene prodotto come equivalente di merci che esistono. Esso deve essere utilizzato, deve circolare. Si avrà allora l’effetto reale che il denaro non aumenterà, ma diminuirà. Se al giorno d’oggi uno possiede un certo capitale, in circa quattordici anni e ad un interesse normale, avrà quasi il doppio; egli non avrà fatto nulla, avrà solo aspettato. Immaginando la modifica della struttura sociale che avverrebbe con l’applicazione del principio da me esposto, il denaro non aumenterà ma diminuirà, e dopo un certo numero di anni la banconota che mi sarò procurata prima di quegli anni non avrà più valore; sarà svalutata, cesserà di avere un valore. 

Così nella struttura sociale diverrà naturale un certo movimento, sorgeranno condizioni a seguito delle quali il semplice denaro, in fondo null’altro che un documento, un assegno che dà un certo potere sulla forza di lavoro degli uomini, si svaluterà se non verrà messo in circolazione. Quindi non aumenterà, ma diminuirà progressivamente e dopo quattordici anni, o forse dopo un periodo un po’ più lungo, sarà assolutamente uguale a zero. Se uno oggi è milionario, non avrà raddoppiato il suo avere, ma sarà un povero diavolo, se nel frattempo non avrà guadagnato nulla.

Se oggi si dice questo, a volte se ne riceve ancora l’impressione come se ci si sentisse prudere a causa di qualche animaletto, se mi è consentito il paragone. Non avrei usato il paragone, se non avessi percepito uno strano movimento in sala. Ma dato che oggi la situazione è tale per cui la cosa fa impressione come quando ci si sente prudere a causa di qualche animaletto, per questo vi è il bolscevismo. Si cerchino soltanto i giusti motivi; si vedrà che sono qui. Né si elimina dal mondo quel che si sta formando, se non si comprende veramente la verità. Non giova che la verità sia spiacevole. Sarà compito essenziale dell’educazione dell’umanità del presente e del prossimo avvenire far sì che non si creda più che le verità possano muoversi secondo il parere soggettivo, secondo simpatie o antipatie. La scienza dello spirito può già provvedervi se viene compresa con sano raziocinio, perché la cosa si può anche osservare spiritualmente. Col vago modo di dire che ho già udito anche da antroposofi i quali, prendendo in mano denaro, dicono: “Questo è Arimane”, con questo modo di dire non si raggiunge nulla. Oggi denaro significa un equivalente per merce e forza lavoro. È un buono per qualcosa che avviene. Se si passa dalla mera astrazione alla realtà, se si pensa, avendo per esempio dieci banconote e facendo un pagamento, che con tali banconote si passa da una mano a un’altra l’equivalente del lavoro di un certo numero di persone, che nelle banconote sta il potere di costringere al lavoro un certo numero di persone, soltanto allora si è nella vita. Allora si è nella vita con tutte le sue implicazioni e i suoi impulsi, allora non ci si fermerà più all’astrazione, all’astrazione distratta del pagare col denaro, ma si chiederà che cosa significhi il passaggio da una mano all’altra di dieci banconote che chiamano al lavoro un certo numero di persone provviste di pensiero, sentimento e cuore. Che cosa significa questo?

In ultima analisi si ha la risposta a questa domanda soltanto osservando il fenomeno spiritualmente. Prendiamo il caso più estremo. Supponiamo che qualcuno abbia denaro senza darsi troppo da fare per l’umanità. Esistono casi del genere. Voglio esaminarne appunto uno così. Dunque qualcuno, senza darsi troppo da fare per l’umanità, ha del denaro. Col denaro egli si compera qualcosa. Ha altresì la possibilità di organizzarsi una vita molto piacevole per il fatto di avere del denaro che rappresenta un buono per il lavoro umano. Bene! Non è necessario che costui sia cattivo; può essere un uomo buonissimo, perfino pieno di zelo. Sì, spesso non si comprende la struttura sociale. Non si ha interesse per il prossimo, vale a dire per la struttura sociale. Si crede certamente di amare gli uomini se col denaro ereditato, per esempio, ci si compera qualcosa o magari lo si regala. Anche se lo si regala non si fa altro che far lavorare un certo numero di persone per chi riceve il denaro. Il denaro è solo un mezzo di potere. Per il fatto di essere un buono per forza lavoro, esso è un mezzo di potere ».

Rudolf Steiner, Esigenze sociali dei tempi nuovi, O.O. 186, 1918, Editrice Antroposofica Milano. pagg. 47-49

sabato 31 agosto 2024

Una delle prime esigenze

« Coloro che sono semplicemente pii, anche nella scienza spirituale, sono responsabili dei disastri del tempo presente tanto quanto i capitalisti con il loro atteggiamento e la loro mentalità materialista; sono colpevoli quanto i capitalisti, perché confinano le verità spirituali e scientifiche entro i loro limiti astratti e non sono disposti a impregnare la realtà quotidiana con pensieri penetranti.

Questo fatto mi ha portato più volte a dirvi che il movimento spirituale antroposofico non deve essere visto come qualcosa che vi dà la possibilità di ascoltare le prediche della domenica pomeriggio, che accarezzano l'anima perché parlano di vita eterna, eccetera, ma il movimento antroposofico deve essere visto come un percorso che ci permette di affrontare i problemi moderni della vita, i problemi scottanti del presente, in modo reale e concreto. Una delle prime esigenze è questa: capire da dove dobbiamo partire e che tutto sarà inutile se le persone non avranno accesso a un modo di pensare veramente senza pregiudizi».

Rudolf Steiner, O.O. 188, Scienza dell'uomo e scienza sociale, Dornach, 1 febbraio 1919

sabato 3 agosto 2024

Atmosfere spirituali

« Cerchiamo di fare un piccolo calcolo che in realtà abbraccia qualcosa di molto grande (grande solo in senso spaziale). Facciamo mentalmente la somma di tutto ciò che oggi, in una
sola giornata, viene pensato da tutti i giornalisti sull'intera faccia della Terra per far nascere i giornali. Abbracciamo tutto ciò con la nostra mente. Valutiamo la somma dell'intelligenza che
viene spremuta dalle penne, espressa sulla carta, poi stampata, e così via. Consideriamo quale somma d'intelligenza personale scorra per tal modo attraverso il mondo.
Risaliamo poi di qualche secolo nel tempo, risaliamo al secolo tredicesimo e guardiamo se qualcosa di simile esistesse. Nulla ne esisteva. Neppure se ne parlava.
Ma voglio porre anche un altro compito. Immaginiamo il grande numero di assemblee di carattere politico che, da occidente a oriente, vengono tenute attraverso l'Europa [...], pensiamo a quale copia d'intelligenza personale si riversa nell'atmosfera terrestre. E ora riportiamoci al secolo tredicesimo:
si viveva facendone a meno, senza giornali, senza assemblee. Tutto ciò non esisteva. Trasferendoci nel secolo tredicesimo e girando lo sguardo sul mondo, abbiamo una visuale libera: niente redazioni di giornali, niente assemblee politiche. Tutto questo non c'era. Lo sguardo spaziava libero.
Oggi, se ci guardiamo intorno, vediamo ovunque fluttuare le ondate presenti dell'intelligenza personale. Non possiamo penetrarvi, spiritualmente c'è un'aria da tagliarsi col coltello. Come in certe sale dove ognuno emette fumo dalla propria pipa o dal proprio sigaro l'aria è da tagliarsi col coltello, tale è oggi in genere l'atmosfera spirituale.
Per poter giudicare la successione delle epoche, bisogna tener presente queste differenze […]
Che cos'è in realtà tutto quel che si è introdotto nell'atmosfera spirituale? »

Rudolf Steiner, Considerazioni esoteriche sui nessi karmici, o.o. 237, conferenza del 3 agosto 1924

domenica 21 luglio 2024

Venite in disparte

Vengo in disparte 
E ti metto a parte
Della mia condizione 
Umana: nasco senza
Che nella Costituzione 
Sia sancito il diritto 
A esistere così come sono, 
Pura presenza,
Semplicemente Uomo.
Non un uomo che si debba adattare 
Se vuole campare; 
Che non può scegliere d'essere un giglio 
Ma solo un figlio obbligato 
Alla scuola, al lavoro, alla cura.
Non è ammessa l’abiura
Contro lo Stato,
Perché nella Costituzione
c'è scritto che viene prima lo Stato
del mio stato di Uomo.
Allora resto in disparte 
A meditare 
La nuova Arte sociale 
Che permette ad ognuno 
Di essere Uno
Quale che sia
Semplicemente Uomo
Seduto al tavolo di un bar,
In disparte, a meditare,
a scrivere una mezza poesia.

sabato 13 luglio 2024

Era luglio

Era luglio, diciamo la metà, 
e tu di me non avesti pietà 
anche perché non era il caso
averla, avevo tutto, reddito di esistenza
compreso, nel senso che vivevo ancora
sotto il tetto dei miei genitori.
Sicché non mi lasciasti a piedi
anzi, mi lasciasti a piedi 
perché feci un sorpasso con la tua macchina
nuova: tu avesti paura, cominciasti
a urlare: - Scendi e torna a casa
a piedi! Ma io mica scemo:
camminai sì un chilometro
e arrivai giusto in tempo a prendere 
il primo treno per la Svizzera:
avevo bisogno di attraversare il Sempione
per non attaccare Briga.

Il fatto che non capivi le mie battute
la diceva lunga di quanto ero innamorato
di te, ragionera che sapeva fare i conti
sui miei polpacci inadeguati
per diventare un ciclista in fuga.
Tentai la marcialonga a Moena
e arrivai terzultimo per non toccare il fondo.

Avevamo tempo di chiedere alla vita
senza pretendere risposta. Ricordi
il taccuino condiviso? Voglio una casa con
una terrazza che guarda un campo
di papaveri, scrivesti; io invece voglio
stare ancora sdraiato con te
su questo campo finché
le stelle non si accendono
le palpebre si chiudono
e le anime iniziano a volare.

Tenni gli occhi chiusi troppo a lungo:
infatti, quando li riaprii, la tua anima
era già andata via.

Era luglio, diciamo la metà.

mercoledì 19 giugno 2024

E la chiamano Sabbia

Gli esperti (scienziati meteorologi) e i diffusori di notizie la chiamano Sabbia del Deserto, ma io non ci credo, perché dovrei, io alzo gli occhi al cielo e mi basta per capire, così come mi bastò poco per capire che non era vero che i farmaci ogm che, per decreto del presidente del consiglio, imposero di fare, sotto ricatto, al popolo, non contrastavano la diffusione epidemica della corona e che, peggio, facevano più male che bene alla salute (mi auguro soltanto sia vera l'ipotesi che, i solerti sanitarmilitari dell'epoca, una volta visto che stava compiendosi un avvelenamento generale della popolazione, abbiano somministrato una grande percentuale di placebo, un po' a casaccio e un po' no, e per questo motivo persista e permanga il gran Segreto di Stato sulla vicenda).

Ma dicevo: la chiamano Sabbia del Deserto e io non ci credo, anche perché, senza un alito di vento, come fa la sabbia a spostarsi in quota? Quota cento, come le scie di ieri, copiose che restavano là sospese nell'azzurro, per poi sfilacciarsi, espandersi e velare il sole e l'azzurro con quello che ne consegue: grigio del cielo e le mutande al Sole. 

Per questo, di tanto in tanto, invocando l'aiuto delle Gerarchie Celesti, lancio il mio soffio in alto lassù, nel grigio dipinto di grigio. Solo questo posso fare, non altro. Non ci sono autorità terrestri da invocare e non ci saranno, anche quando elette direttamente dal pop. Invocherò soltanto quella Autorità che, negando se sé, con un ultimo decreto, decida che l'unico sovrano è l'individuo e da qui tutto il resto conseguente:

- abolizione totale di ogni tipo tassazione, tributo, obbligo previdenziale, col risultato del dimezzamento dei prezzi e il raddoppio del potere di acquisto di tutto il denaro esistente;
- sulla massa monetaria, applicazione di un'unica tassa, piccola e ineludibile (all'incirca un 8% annuo) che non si scarica sui prezzi e che impedisce l'ingiusta speculazione finanziaria, parassitaria dell'economia reale. Col ricavato di questa tassa si fanno due cose:
- istituzione per ciascun cittadino, dalla nascita alla morte, di un reddito di esistenza, mensile, in misura uguale per tutti e tale da garantire il diritto a una vita libera e dignitosa;
- lo Stato si occupa soltanto dell'amministrazione della giustizia e della pubblica sicurezza, con magistrati eletti direttamente e periodicamente dai cittadini.

Con queste semplici misure, ciascun individuo è libero e l'unico sovrano della vita sociale e tutte le istituzioni sono al suo esclusivo servizio. Il lavoro non sarà più una merce e nessuno sarà più costretto a lavorare per vivere. Il lavoro sarà svolto su vocazione e/o per avere maggiori risorse personali. È chiaro che i lavori cosiddetti umili, non essendo più nessuno costretto a farli, saranno probabilmente quelli più pagati. Lo Stato non si occupa più di economia, di sanità, di scuola, di cultura... 

Nessuna presa della Bastiglia perché non ci saranno più bastiglie: i palazzi del potere saranno venduti al miglior offerente, c'est tout...