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«Nello stesso tempo la classe operaia, indipendentemente dalla servitù generale che è legata al sistema del lavoro salariato, non deve esagerare a se stessa il risultato finale di questa lotta quotidiana. Non deve dimenticare che essa lotta contro gli effetti, ma non contro le cause di questi effetti; che essa può soltanto frenare il movimento discendente, ma non mutarne la direzione: che essa applica soltanto dei palliativi, ma non cura la malattia. Perciò essa non deve lasciarsi assorbire esclusivamente da questa inevitabile guerriglia, che scaturisce incessantemente dagli attacchi continui del capitale dai mutamenti del mercato. Essa deve comprendere che il sistema attuale, con tutte le miserie che accumula sulla classe operaia, genera nello stesso tempo le condizioni materiali e le forme sociali necessarie per una costruzione economica della società. Invece della parola d'ordine conservatrice: "Un equo salario per un’equa giornata di lavoro", gli operai devono scrivere sulla loro bandiera il motto rivoluzionario: "Soppressione del sistema del lavoro salariato"».
Karl Marx, Salario, prezzo, profitto.
Qualche riflessione in merito alla tesi di laurea di Barbara Berlusconi (d'ora in poi: Babe). Innanzitutto: congratulazioni alla neo-laureata. Di poi: certo che ha ragione la professoressa Roberta De Monticelli a dire certe cose, ma ella non ha criticato Babe, bensì il rettore dell'Università San Raffaele, Don Luigi Verzè: è a lui che andrebbero lanciati gli strali di manifesta sudditanza nei confronti dell'Imperatore, come ben ha mostrato anche Michele Boldrin (mi piacerebbe sentire con quali argomenti Massimo Cacciari replicherebbe alle critiche di questi).
Ma torniamo a Babe: essere figli di Silvio Berlusconi (d'ora in poi: Cesare) non è una colpa: sono cose che càpitano, raramente, ma càpitano. E poi, in fondo, perché non nutrire la speranza che, a volte, i figli siano migliori dei padri (o madri) soprattutto in regimi "imperiali" come il nostro? Secondo me, a bocce ferme, la cosa migliore sarebbe leggere la tesi di Babe senza alcuna pregiudiziale. Certo che una figlia di Cesare studi e si laurei su Amartya Sen è una notizia che dovrebbe riempire di gioia: è come se la figlia di Putin si laureasse su Anna Politkovskaja, come se la figlia di Bush si laureasse su Noam Chomsky, come se la figlia di Chavez si laureasse su Jeorge-Luis Borges, come se la figlia di Fidel Castro si laureasse su Friedrich von Hayek, come se la figlia di Ahmadinejād si laureasse su Salman Rushdie, come se la figlia di Cosentino si laureasse su Saviano, come se la figlia di Dell'Utri si laureasse su Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, come se la nipote del Papa si laureasse su Richard Dawkins.
Inoltre, in tutta questa polemica, non ho ben capito se la tesi di Babe sia stata considerata meritevole di pubblicazione dalla suddetta università. Se così fosse sarebbe, credo, possibile richiederne copia in lettura. Addirittura sarebbe doveroso che qualche casa editrice si facesse avanti per pubblicarla, magari anche quella piccola e marginale con sede a Segrate e presieduta dalla sorella Marina.
Infine: tra i figli di Cesare, Babe è quella che preferisco; non vorrei che una subdola campagna mediatica di certa cattiva stampa di sinistra me la sciupasse anzitempo. Non è il caso, no, per favore. I figli sono gli unici che possono commettere un parricidio (simbolico o meno).