lunedì 23 febbraio 2015

Et la bêtise regne

«Ha detto che una volta era una secchiona: ma perché studiava veramente così tanto? Cioè: si diventa ministri dell'istruzione studiando così tanto?»
«La stupisce? Io credo che l'allenamento sia fisico che intellettuale sia la base per qualunque prestazione [che aspiri a] essere la migliore possibile. Non me ne vergogno; è sempre stata una mia caratteristica». [via]

Alcuni giorni fa, in conversazione privata, un caro amico ha dichiarato:
 «oltre il 70% dell'umanità è stupida; è un dato di fatto non una congettura».
Mi sa che ha ragione: trattasi di stupidità diffusa che colpisce trasversalmente ogni ceto sociale. In Italia soprattutto il fenomeno è conclamato: da tanti anni il Belpaese è governato da un gruppo dirigente scemo che comunque riesce a rappresentare, a difendere e a fortificare determinati interessi di classe, senza ottenere altra risposta che una sorta di ebetudine stuporosa (formula usata da Ernesto De Martino in altro contesto: «La crisi del cordoglio»).

In Italia è accaduto che:
«La publicité, [...] rivale directe de la philosophie», elle a gagné le match de la formation et de la santé mentale des gens.
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N.B.
Qui un più ampio stralcio con la trascrizione dell'intervista a Gilles Deleuze.

2 commenti:

Marino Voglio ha detto...

[il peggio è che il 30% scarso di a-stupidi è (o fa, ma come disse quello lì famoso fa poca differenza), a conti fatti, stupido a sua volta per oltre il 70% del suo tempo]

Luca Massaro ha detto...

Già: sono i tempi della Grande Distrazione di massa.