il coraggio di essere sé
quando tutti dicono che
tu non devi essere te
ma soltanto un essere che
nasce vive e poi muore
con un niente dapprima
con un niente dipoi
nell’insignificanza gettato
dalle leggi del caso.
E per un tempo ci credi
a queste novelle fedi
dei tempi moderni
agli inferni dell’aldiqua
dato che l’aldilà è stato
annullato dal pensiero riflesso
che comprime sé stesso
in un ammasso di neuroni.
Quando una mattina di maggio,
tra nuvole basse
che accarezzano i monti,
filtra un unico raggio
spettacolare, un raggio
particolare che illumina
l’intorno e nell’interno vedi
una parte di te proiettata nel tempo,
il tuo cuore si allarga,
la tua mente si accende
e le gambe si mettono in moto
saltando per dodici volte
sulle stelle dello Zodiaco
imitando i passi degli Angeli
e hai il presagio che la vita mortale sia
“simile a quella che nel cielo s’indìa”.*
Nessun commento:
Posta un commento