Contate quante volte ormai l’azzurro
che appare all’alba si trattiene e quante volte,
invece, il cielo è sporcato
dagli scarichi bianchi degli aerei
e non da nubi dalla forma variopinta
tra il bianco virgineo della panna
al grigio-nero e cupo dell’ardesia.
Quante volte al Sole è impedito
di raggiungere i cuori inumiditi
degli indifferenti al dolore e allo strazio
dei corpi lacerati dalle bombe e dagli stenti;
dalla tendenza generale del potere
di far inginocchiare l’umana gente
dinanzi al dio denaro, il dio unico
che non muore e che impone sacrifici
sugli altari insanguinati della produzione
bellica e finanziaria.
Il dio-denaro, unica merce che non muore,
fa morire chi non lo possiede,
perché ha più valore esso della vita
resa schiava da tale ipostatizzazione.
Cosa fare? Poco, basterebbe un niente
una tassa piccola e ineludibile sull’intero
ammontare della massa monetaria esistente,
un prelievo mensile che permetterebbe,
come l’humus, di far risorgere la Terra,
donando in cambio a tutti quanti i figli d’uomo
quello che gli spetta in quanto tali:
un reddito di esistenza incondizionato
dalla nascita alla morte e in misura
uguale per tutti e tale da permettere
a ciascuno una vita libera e dignitosa
non più schiava del lavoro perché il lavoro
finalmente non sarà più una costrizione
ma sarà scelto liberamente per vocazione o desiderio
di aver qualcosa in più di quel ch’è dato.
Con l’altra parte del ricavato di questa tassa
lo Stato si occupa solo dei compiti che gli sono propri:
amministrare la giustizia e la pubblica sicurezza
con giudici eletti direttamente e periodicamente
dagli individui liberi e unici sovrani della vita sociale
e con le istituzioni poste interamente al loro servizio.
E il gioco inutile e litigioso della rappresentanza
politica dentro i parlamenti avrà fine,
perché ognuno sarà rappresentante di sé stesso
nessuno deve più stare sul piedistallo
a comandare perché eletto da una falsa
sovranità popolare, mero figurante che non sa
niente di te ma che promette mari e monti
purché tu gli conceda quella moneta bucata
del tuo voto che è solo un vuoto a perdere.
Dunque, basta. Smetto di giocare
a questo gioco inutile e perverso
che non porta a niente se non ai godimenti
illusori di chi vince, e se vince, vince meno
quando vince lo scudetto la sua squadra.
Sto in silenzio a contare gli scarsi
giorni di cielo azzurro concessi
dai demòni attuali che hanno deciso che
fa troppo caldo e dunque occorre
coprire il Sole con vapori velenosi.
Sto in silenzio, anzi scrivo
coi piedi freddi, cammino e sento
intorno a me tanta gente tossire raffreddata.
Se qualcuno passasse mi vedrebbe
soffiare verso l’alto invocando
l’aiuto dell’Arcangelo e degli Esseri
elementari affinché essi soffino via,
nel rispetto della volontà del Padre,
il grigio lattiginoso imposto dalle forze
deputate a porre ostacoli nel cammino
della nostra evoluzione.
Perché ancora c’è da camminare
nell’epoca dell’anima cosciente
insieme al Cristo che, come ai discepoli
di Emmaus, ci cammina accanto
ed è qui con noi dal giorno in cui
fu crocifisso e morì per risorgere e ascendere
e diffondersi nel Corpo della Terra
e nel cuore di chi sarà capace
di riconoscerlo e di accoglierlo
per diventare, egli stesso, e finalmente, Luce.
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