domenica 23 novembre 2025

L'Essere Umano e la socialità

 « Per un Essere Umano che abbia compreso che la propria felicità dipende dalla possibilità di sviluppare la propria Creatività è necessario che ogni propria scelta sociale debba dipendere da tale esigenza. Egli considererà positivo per il proprio sviluppo tutto ciò che lo metta in condizione di perseguire questo suo fine primario. Potendo scegliere tra varie realtà sociali egli si orienterà verso quella che gli renda più semplice la realizzazione di questo suo scopo.
Domandiamoci a questo punto quali siano le condizioni ottimali nella direzione voluta. La prima esigenza è quella vitale. L’Essere Umano per vivere ha necessità di disporre liberamente dei beni della Natura. Tale disponibilità egli la può conseguire o vivendo in un contesto primitivo oppure in una adeguata struttura sociale. Ciò che rende idoneo un contesto sociale per la finalità sopra indicata è l’assicurazione della libera disponibilità dei mezzi per la sopravvivenza e la possibilità di godersi in pace tutto quanto egli realizzerà nel proprio sviluppo creativo. La prima esigenza potrà essere soddisfatta se egli, oltre alla possibilità di lavorare, godrà di un reddito di cittadinanza, dalla nascita alla morte, tale da garantirgli, in ogni caso, il diritto alla vita. La seconda esigenza presuppone che egli viva in un contesto sociale dotato di codici e corrispondenti strutture esecutive, tali da consentirgli il libero godimento di tutto quanto egli porrà in essere con il proprio lavoro e con l’esercizio della propria volontà, in libero scambio con i propri simili. Come ciò possa concretamente realizzarsi sarà trattato in seguito. Qui limitiamoci a porre in evidenza l’indispensabilità di tali due condizioni: sicurezza economica e sicurezza giuridica. 
Se esaminiamo tutte le organizzazioni sociali esistenti nel mondo ci accorgiamo che in nessuna di esse, tali esigenze, trovano la loro piena realizzazione. La vita degli Esseri Umani è abbandonata all’alea del mercato ed i loro diritti non sono in pratica tutelati. Ciò dipende dal fatto che tutte le organizzazioni statali pongono come categoria suprema del vivere sociale le strutture di potere e non il libero sviluppo dei Cittadini. Ciò dipende dal fatto che tutti gli Stati moderni hanno ricevuto ereditariamente la loro impronta dall’Impero Romano. Mentre le società reali, sotto l’impulso del cristianesimo, si sono sviluppate verso una filosofia sociale che vuole la centralità dell’Essere Umano, le strutture statali, abbarbicate alla pratica del Potere hanno continuato ad opprimere i Cittadini considerandoli come strumenti passivi delle loro finalità extra umane. Ciò ha determinato un enorme accumulo di dolori nelle coscienze umane, facendo nel contempo fallire ogni, seppur minima, esigenza di giustizia sociale. Oggi noi assistiamo all’assurdo fenomeno che, parallelamente allo sviluppo scientifico, tecnologico e della ricchezza globale, di contro aumenta la sofferenza della stragrande maggioranza dei sempre più poveri. Oggi siamo arrivati al punto che, con un enorme accumulo legislativo, e con l’introduzione di macchine sempre più sofisticate, non si è più in grado di consentire il formarsi di iniziative capaci di fornire la base lavorativa per la sopravvivenza materiale. Le nuove generazioni, prive di ogni potere contrattuale, non trovano più occasioni di lavoro e vivono nella più profonda disperazione.
Ciò dipende dal fatto che i vari Governi, succedutisi nel tempo, nella loro smania di potere, hanno create un tal numero di leggi e di vincoli, per cui ogni spazio per la Creatività umana è stato chiuso. Mentre per distruggere quanto restava di vitale economicamente, l’esercizio delle leve finanziarie ha avuto una piena efficacia, di contro, per ricostruire, tali leve sono totalmente inefficaci per la qual cosa, a breve, si prospetta il caos sociale. Né è possibile sperare in un soprassalto di coscienza delle forze dirigenti immerse in una piena ottusità sociale in quanto assorbite nelle lotte per ilpotere. Cosa si può sperare da esseri che non hanno compreso l’assurdità degli attuali sistemi fiscali che, scaricandosi sulle attività produttive, costringono le Aziende a scaricare sui prezzi tutti gli oneri fiscali e previdenziali e quindi sui poveri, ultimi acquirenti?
Come mai non è stato ancora compreso che tutti gli attuali sistemi fiscali sono incostituzionali in quanto contravvengono allo sbandierato principio che il peso fiscale debba essere sopportato in maggior misura, e con il principio della progressività, da parte di chi più ha e meno da parte dei poveri? 
Tali assurdità sono vissute dolorosamente da parte dei poveri, il cui numero aumenta sempre più 
L’Antropocrazia supera tutte le assurdità degli attuali sistemi sociali e prospetta soluzioni concrete e rapide non soltanto per uscire dalle presenti disastrose condizioni sociali, ma anche per avviare uno sviluppo generale volto a consentire a ciascun Essere Umano di avviarsi sulla strada della Creatività, per la propria e per l’altrui felicità». 

Nicolò Giuseppe Bellia, Antropocrazia. Logica e attuazione.

martedì 18 novembre 2025

La conversione

INTRODUZIONE

«Libri come questo hanno tre scopi distinti.

Il primo è quello di obiettivare i pensieri che si formano nella coscienza individuale in rapporto alle esperienze della vita sociale. Di fronte al quadro desolante odierno la coscienza reagisce formando quei pensieri che siano capaci di riconfigurare i dati dell’esperienza in un ordine corrispondente ai sani aneliti della vita dell’anima dell’Essere Umano.

La continua meditazione di tali pensieri forma un contenuto vivente capace di preservare la coscienza dalla disperazione che altrimenti la invaderebbe.

La forma di pensiero di tale reazione creativa può divenire un contributo sulla via del progresso generale.

Il riscontro positivo nella coscienza, con la formazione di un atteggiamento profondo di speranza per il futuro, è l’unico elemento necessario a questo livello.

Da questo punto di vista non sarebbe necessario neppure esplicare esteriormente quanto viene formandosi nell’anima, giacché il vero colloquio è con le forze vitali evocate con la propria attività meditativa e non ci si aspetta una risposta dagli altri Esseri Umani.

L’atteggiamento è analogo a quello del matematico le cui certezze scaturiscono dai propri pensieri e non già dal riconoscimento di altri.

La disposizione di spirito è simile a quella della vera preghiera che vuole essere superindividuale ed anelante verso valori universali.

Dal punto di vista strettamente individuale non si ha la necessità di comunicare ad altri quanto si va vivendo, essendo sufficiente il riscontro interiore vitalizzante esplicantesi nel beatificante sentimento di speranza che invade la coscienza.

Nell’esteriorizzare in uno scritto quanto si va conquistando si ha in vista un secondo scopo consistente nel desiderio di mettere a disposizione delle persone amate i frutti delle proprie conquiste. Il matematico sa che il proprio lavoro, sintetizzato nelle formule trovate, può essere di grande utilità per i propri simili e lo offre ad essi con le proprie pubblicazioni.

Analogo è l’atteggiamento di colui che pensa sulla vita sociale nel senso sopra specificato: egli vuole donare quanto ha conquistato alle persone che ama per estendere a loro i benefici interiori ricavati.

A tal fine lo scritto acquista il valore di una lettera indirizzata alla persona cara.

Non sarebbe quindi necessario che le proprie comunicazioni acquistassero la forma di libro a stampa, ma sarebbe sufficiente che avessero la forma di copie del manoscritto. Ciò in quanto l’esiguità del numero di coloro, con cui si intrattengono rapporti diretti, non giustificherebbe lo sforzo necessario per una pubblicazione tipografica.

Ma chi scrive può anche conseguire la convinzione che la problematica che lo ha travagliato investa ampie e consapevoli sfere di Esseri Umani. È sempre con tale convinzione e speranza di utilità che si decide di dare la forma di libro a quanto è derivato dal proprio lavoro individuale.

L’Antropocrazia nasce in una sfera di pensiero in cui è assente ogni compiacimento e fine soggettivo e pertanto non si cerca la conquista di adesioni superficiali, ma ci si attende quella che comunemente si chiama comprensione, basata su analisi pensanti.

Tutti coloro che, nel leggere questo scritto, vedano nascere in loro reazioni emotive non sono, per questo, i destinatari di questo lavoro, il cui fine è scientifico e di servizio.

Con ciò non si vuol dire che si presume di imporre una verità indiscutibile, ma che eventuali osservazioni debbano nascere sulla base di dati sperimentali e quindi di pensiero.

Le inveterate abitudini ad atteggiamenti ideologici e passionali sono assolutamente inadatte ad entrare nello spirito di quello che vuole essere semplicemente un Progetto, con potenzialità di risanamento, rispetto a tutti i mali che si incontrano nell’attuale vita sociale.

D’altro canto, anche nell’improbabile ipotesi che tutti gli italiani condividessero la bontà e validità di tale progetto, ciò non sarebbe condizione sufficiente per ottenerne l’attuazione, giacché il Potere vigente, basato su centinaia di migliaia di leggi, sarebbe in grado di non farlo passare, se non dopo il totale disfacimento sociale.

È per tale motivo che nel libro si accenna a quella che è stata chiamata: la conversione dei Politici».

domenica 16 novembre 2025

Giornata mondiale dei poveri



« Chi affronta il problema sociale con Amore e Creatività fa subito due constatazioni: la prima è quella che alla crescita della ricchezza generale corrisponde automaticamente l’impoverimento dei cittadini che vivono di reddito da lavoro, cioè gli appartenenti alla fascia povera della popolazione.
Ciò dipende dal fatto che tutti i produttori di beni e servizi, debbono scaricare tutti gli oneri fiscali, previdenziali, assistenziali etc., sui prezzi, pagati prevalentemente dai percettori di redditi, cioè dai poveri!
In altri termini: tutti gli oneri statali li pagano solo i poveri!
La seconda è quella che il diritto alla vita non è garantito e l’Essere Umano è abbandonato all’alea del mercato.
Il progetto antropocratico risolve entrambi i problemi a mezzo dell’istituzione del reddito di cittadinanza generalizzato, che si aggiunge al reddito individuale, e della fiscalità monetaria che consente di scaricare il costo dei servizi comuni sulla ricchezza effettiva senza gravare sul lavoro, sui consumi e sulla produzione».