domenica 13 aprile 2008

Lettera da Buffalo (USA)

E s'aspetta, trepidi, ch'escano le nuvole o il sereno, che i gigli diffondano il profumo o che il benzene imputridisca l'aria. S'aspetta, quieti, il vociferare stanco e afono degli agit-prop mescolarsi ai numeri in percentuale, alle analisi politologiche del dopo voto, del vuoto nelle tasche e nella mente.

E ricevo questa mail dal mio caro amico Sam:

"Carissimo, sono a Buffalo e mi tocca perdere la partita di domani (di oggi, nota mia). Questo forse al momento mi duole più di una eventuale vittoria di Berlusconi. Vedi, io non ce lo con lui, è così chiaro, perfino limpido nella sua piccolezza, che non ha niente più dell'imbonitore, del venditore di fumo. E' onesto, nel senso che davvero non inganna più, e non vuole ingannare. Ecco allora che non ce lo con lui, non ce l'avrei con lui, ma sarei profondamente deluso da una massa di italiani. Ed allora tornerei in Italia davvero per la prima volta da straniero".

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