venerdì 23 gennaio 2015

Gli Syriza

In Italia - in Europa forse - c'è già chi festeggia preventivamente la vittoria di Syriza - e scodinzola, e cerca di addentare un osso dello scheletro della sinistra italiana, pensando con ciò di farla resuscitare.
Abbastanza penosi, vero? 
Prendiamo uno come Fassina Stefano che ha aspettato quasi due anni a fare il nome e il cognome del (per lui) responsabile della congiura contro Prodi al Quirinale: se lo sa oggi, e lo dice, lo sapeva anche ieri; e se lo sapeva ieri perché è stato zitto? Perché ballava coi lupi vestito da sottosegretario?

Prendiamo poi uno come Vendola e pensiamo a come sarà pronto lunedì sera (e dimartedì e ballarò) a mettere la cappella sulla probabile vittoria di Tsipras: oh quante zeta di democrazia e speranza sputacchiate davanti alla telecamera, sollevando, a scatti brevi, le terga per sfruttare al meglio il movimento ondulatorio del divano molleggiato degli ospiti.
E Civati, che dire di Civati? Non dire niente sarà meglio, sarà un complimento, sarà il tratto più adeguato per abbozzare la sua biografia parlamentare.

E degli avanzi di noia rivista e ribollita, la cui base programmatica è riassunta nei sottotitoli de Il Manifesto odierno:
«La sfida di Draghi ai falchi della Bce: l’acquisto massiccio del debito pubblico dell’eurozona. Il quantitative easing di mille miliardi è superiore alle attese ma  il rischio maggiore (l’80%) resta nella pancia delle banche centrali nazionali. La misura cerca di placare la  crisi senza curarne la causa: l’assenza di investimenti»
Un partito (o un movimento o un raggruppamento) di sinistra che scambia gli effetti con le cause vere della crisi è un partito di sinistra fottuto in partenza (nuovamente); un partito che manca di una seria e lucida capacità di analisi critica della situazione, un partito che non si rifà ai fondamenti e che resta prigioniero nei confini di azione politica stabiliti dagli interessi della classe dominante e di questa complice nel coltivare (ancora) per il volgo l'illusione del suffragio universale.

N.B.
Sino al febbraio 2013 pensavo che votare servisse a qualcosa. Devo ringraziare sentitamente il Partito Democratico per avermi fatto cambiare idea.

2 commenti:

Olympe de Gouges ha detto...

il migliore che hai scritto, senza togliere nulla agli altri
AUGURI, BUON COMPLEANNO

Luca Massaro ha detto...

Merci beaucoup, madame ;-)