«Un approccio ragionato su covid-19 è impossibile. Ognuno ha scelto la trincea da cui combattere la sua battaglia. Oppure se ne sta zitto, a buon diritto visto come si sono messe le cose.»
Io preferirei stare zitto, ma...
Mi sembra di rilevare che, in Italia, la maggior parte delle persone che si dichiarano antifa, antisalviniani, antirenziani, antiberlusconiani, antirazzisti, progressisti, pro-migranti, ambientalisti, insomma: tutti coloro che si sbellicano con la satira di Zoro e di Makkok, riguardo alla questione coronavirus, siano, di sicuro a sentenze (tweet, retweet, post su facebook... i blog, tra costoro, non li usa più nessuno), ma non dubito anche con i loro comportamenti, dei paladini del rigore assoluto, del rispetto scrupoloso delle norme di prevenzione e, probabilmente, predicatori di una nuova clausura degli italiani nelle loro celle abitative.
A me la loro posizione spaventa un po', dirò poi perché, ma prima butto là una domanda, non per avere una risposta, ma per capire se costoro si sono mai chiesti: se invece del Conte bis, fosse stato al governo il Conte uno, sostenuto dal M5S e Lega, con Salvini ministro dell'interno, e l'azione di governo di fronte alla crisi epidemica fosse stata analoga a quella adottata dal Conte 2, essi avrebbero salutato nello stesso modo (con gaudio) le misure restrittive avute nel lockdown e le prescrittive - precauzionali - restrittive che, attualmente, si vanno ingigantendo protocollo dopo protocollo?
Chissà, meno male Salvini non è più ministro dell'interno così possono anche evitare di rispondere.
Comunque, fatto salvo che io non voglio di certo sostenere posizioni negazioniste (sgarbiane o forzanoviane), e che - per quanto posso e riesco - cerco di rispettare le norme precauzionali convenute, come dicevo, a me tale intransigenza (che, se dovessi dipingere politicamente, definirei autoritaria) spaventa assai, e mostro perché:
Non mostro l'autore di tale tweet perché l'ho ricavato da un retweet di una persona che seguo e che non voglio mettere in imbarazzo (capita a tutti di dar voce a delle nefandezze).
Tale battutista ricapitola la (a mio avviso giustissima) lamentazione
di un ingegnere napoletano testimoniata su Repubblica con un piglio censorio che, sono arciconvinto, se in Italia vigesse un regime dittatoriale (fate voi il colore, ma in Italia sarebbe di nuovo nero), secondo me, è una chiamata alla spedizione punitiva con l'olio di ricino, giacché, ricapitolando:
1) l'ingegnere è andato in vacanza in Grecia: e allora? Era proibito? Ha contravvenuto a qualche legge contro l'espatrio?
2) Espone il figlio e la moglie? Se, invece, fossero stati loro a convincere l'ingegnere a una vacanza in Grecia, chi sarebbe l'espositore? Ma soprattutto: l'ingegnere fa di cognome Scotellaro, non Esposito.
3) A casa ha un soggetto debole. Io vorrei che andasse dalla signora madre dell'ingegnere a dirglielo in faccia senza tema di ricevere un piatto in testa.
4) L'ingegnere e famiglia hanno fatto il tampone al rientro proprio perché il governo ha prescritto di farlo a coloro che giungono in Italia da un viaggio (per vacanza o lavoro o studio) dall'estero e tu dici che non serve a un cazzo? Ma sei scemo? Serve eccome e dopo 48 ore il risultato, se la struttura sanitaria dove sono analizzati i tamponi funzionasse correttamente, ci dovrebbe essere per forza la risposta. E invece
5) tu dici che l'ingegnere rompe i coglioni? Stacci te, citrullo, chiuso in casa, copriti il capo e datti quattro schiaffi in faccia come quelle faccine di merda che la tua tastiera dell'ipad ti fa mettere per scrivere il tuo tweet da fascistello inconsapevole.