mercoledì 24 marzo 2021

Gioventù riscaldata

In questo perdurante clima di castrazione sociale, economica e individuale, imposto da una politica del cazzo "motivata" da indicazioni tecnico scientifiche ispirate alla rabdomanzia, si sente dire che a soffrire molto questo stato di cose sono i giovani, perché essi si vedono negato il diritto di vivere a pieno la loro stagione migliore.
Alcuni commentatori, quasi con un tono di rimprovero, paragonano i giovani odierni ai polli di allevamento incapaci come sono di ribellione se non attraverso sporadiche forme individuali, subito riassorbite dal sistema con un hastag su twitter o un video su tik tok. Una volta - proseguono i commentatori -, i giovani erano fatti di un'altra pasta ed è assai probabile, quindi, che se tale crisi pandemica fosse occorsa alcuni decenni fa, sicuramente la ribellione giovanile si sarebbe fatta sentire o, quantomeno, si sarebbe diffuso un malcontento generale che, partendo dalle università, avrebbe finito per coinvolgere anche il mondo del lavoro. Insomma, qualche cassonetto e qualche auto in città sarebbero state incendiate; così come alcuni scontri con le forze dell'ordine sarebbero avvenuti (al netto di estintori caricati a salve e pistole invece no).

Oggi no. Oggi - sentenziano - i giovani si vergognerebbero persino a cantare il famoso refrain di Rovazzi.

Poveri giovani vilipesi e schiacciati da così tanta responsabilità, che guardano il mondo degli "adulti" confrontarsi con le loro cazzate del rischio zero, del non abbassare la guardia, di bar e ristoranti chiusi e del coprifuoco senza neanche una molotov per pisciarci sopra.

Come biasimarli? Non io. Io mi limito solo a consigliare loro che, se non avessero niente da perdere, a fare i rivoluzionari da giovani potrebbe riservare loro un radioso futuro come scrittori, giornalisti o venditori di crêpes o porchetta in riva in mar.

1 commento:

Olympe de Gouges ha detto...

siamo prigionieri delle circostanze storiche, del fatto che per decenni è stata demolita e denigrata l'idea stessa di rivolta, di riscatto e di giustizia sociale; tuttavia ciò non assolve l'apatia e l'inerzia.