lunedì 14 febbraio 2022

Tanto proclive

1. Dell'avviso che tutto meriti di essere estinto, di tramutarsi in un caos finale, un ribollimento magmatico analogo a un'eruzione vulcanica, lento e rumoroso, con tanti dentro a friggere senza pastella, a sciogliersi, a liquefarsi e svaporare in nuvole grigiofumo che oscurano l'orizzonte.

2. Intuisco, dietro tante maschere, rivoli di bava agli angoli delle labbra, dovuti a troppa salivazione: hanno ragione, non si devono far attendere troppo i commensali. Tranquilli, il sangue vi sarà offerto e vi sazierete trincandolo in grande quantità. Mettetevi comodi, domani s'inaugura un altro banchetto.

3. Alcuni triangoli sono chiamati ottusangoli perché hanno un angolo ottuso. Mentre gli ottusi come sono chiamati se non sono triangoli?

4. «Perché l'uomo è tanto proclive all'obbedienza e perché gli riesce tanto difficile disobbedire? Finché obbedisco al potere dello Stato, della Chiesa, dell'opinione pubblica, mi sento al sicuro e protetto. In effetti, poco importa a quale potere obbedisco, trattandosi sempre di un'istituzione o di esseri umani che fanno ricorso alla forza in una qualche forma e che fraudolentemente si proclamano onniscienti e onnipotenti. La mia obbedienza fa di me una parte del potere al quale mi inchino reverente, e pertanto io mi sento forte. Non posso commettere errori, dal momento che è esso a decidere per me; non posso essere solo, perché il potere vigila su di me; non posso incorrere in peccato, perché il potere non me lo permette, e anche se peccato commettessi, la punizione non è che il mezzo per far ritorno all'illimitato potere». 

Erich Fromm, Disobedience as a Psychological and Moral Problem, London 1963, 
(trad. it. La disobbedienza come problema psicologico e morale, Milano 1981).

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