lunedì 1 aprile 2024

Tocca a noi dirlo

 «...Per quanto mi riguarda voglio dirvelo in un modo assolutamente chiaro: non sto facendo questioni di lana caprina per le quali noi ci tiriamo via dal mondo di oggi e per questi tre o quattro giorni andiamo in brodo di giuggiole sul vangelo di Giovanni dimenticando il mondo! No! Qui o noi andiamo alle radici del dolore che c’è nel nostro mondo e ci facciamo veramente dei pensieri sul modo di non rendere più necessari questo dolore e queste guerre, oppure andiamo a casa. Non mi interessa venire dalla Germania per fare teorie, proprio non mi interessa, ho abbastanza da fare!

Quello che facciamo qui è la cosa più necessaria, più impellente, più urgente che ci sia per alleviare, per lenire la sofferenza enorme che c’è nel mondo: le guerre che hanno tutte la loro origine nel materialismo. Non nell’egoismo, perché dire che il problema è l’egoismo è solo un moraleggiare! L’egoismo lo deve avere ognuno, l’egoismo è il sano amore di sé: in quanto amore di sé l’egoismo va benissimo perché nessun uomo può dare qualcosa agli altri se non ama se stesso in modo da costruire in sé il meglio da dare. Il problema, la radice della disumanità e della sofferenza del mondo d’oggi non è l’egoismo, è il materialismo!

La guerra in Iraq che ha creato una recrudescenza del terrorismo, che ha creato una disumanità tale che ogni volta che prendiamo un aereo vediamo che ormai non ci possiamo neanche più muovere liberamente, il motivo più profondo di questa guerra è che qualcuno voleva il petrolio. È il materialismo, la radice! La cosa è lampante, e non è che io voglia adesso semplificare cose che sono complesse: abbiamo il diritto di andare ai fattori centrali. Non sto dicendo che non ci siano altri aspetti, però questo è un aspetto fondamentale. E se i politici, anche in Italia, non hanno il coraggio di dirlo in faccia al potente, al primo potente, tocca a noi dirlo, tocca a ogni individuo, perché se nessuno lo dice…

Farci una bella goduta del vangelo di Giovanni senza dirci queste cose sarebbe un tradimento dell’umanità. O facciamo queste cose perché appartengono proprio al nostro vivere con l’umanità di oggi, oppure lasciamole perdere.

La soglia a cui ci troviamo in questo vangelo è proprio la soglia dell’umanità di oggi: o riconquistiamo la realtà creatrice dello spirito oppure ognuno di noi getta l’umanità in un abisso di sofferenza sempre più terribile! Ma sono io a farlo, non gli altri!, se non coltivo lo spirito, se non godo lo spirito. L’umanità è fatta di individui, e i tempi in cui si manovravano gli individui per gruppi e per popoli sono finiti. Quando si ricade in questi anacronismi, succedono le tragedie del nazionalsocialismo, per fare soltanto un esempio, o del fascismo in Italia.

La cruna dell’ago dell’evoluzione in divenire è l’individuo. E se vogliamo un’umanità dove ci sono cento milioni di persone che godono e coltivano lo spirito, duecento milioni, questi milioni non saltano fuori insieme, saltano fuori uno alla volta, ognuno per creatività individuale. Oppure non ci saranno mai questi duecento milioni, e l’umanità non sarà mai migliore...»

Pietro Archiati, da "IL VANGELO DI GIOVANNI - 11"

Undicesimo fascicolo

Seminario sul Vangelo di Giovanni tenuto da Pietro Archiati a Rocca di Papa (RM) dal 25 al 28 Agosto 2006

2 commenti:

Olympe de Gouges ha detto...

ah, ora si chiama materialismo. lo chiamava così anche Leone XIII.

Luca Massaro ha detto...

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