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lunedì 11 luglio 2011

La differenza la fa il dito


«Il significato del federalismo [leghista] consiste nel concedere un domicilio alla spontaneità individuale, nel creare, entro i limiti di ambiti locali, "libertà" che siano concrete ed attuabili; al contrario, il concetto rivoluzionario di libertà, con la sua illimitata pretesa di rendere responsabile ogni singolo di fronte al tutto (la sua più alta esplicazione filosofica è l'imperativo categorico di Kant), rappresenta [agli occhi del leghista] il pericolo supremo; e il proposito di svelare il carattere infausto e assurdo della libertà così intesa è l'indirizzo centrale della sua [politica]. Progresso è per [Bossi], innanzitutto differenziazione, vale a dire istituzione di disuguaglianza; non si tratta però di differenze empiriche, bensì dell'atmosfera che avvolge e determina tali differenze. Un re è un re ed è diverso dal popolo; ma, che schiavi gli bacino i piedi, che sudditi gli si inchinino riverenti, o che concittadini gli porgano la mano costituisce una differenza fondamentale».
Ernst Nolte, I tre volti del fascismo, Sugar, Milano 1966.

Se fosse stato facile diventare cittadini
gli uomini sarebbero nati tali anziché bestie
che cercano soltanto di soddisfare i loro bisogni primari:
bere, mangiare, evacuare e fare sesso per
riprodursi. Il caso volle che tale tipo
di animale - che noi siamo - si è dotato,
nel corso degli eoni 
di un cervello che gli ha permesso di codificare
(leggi: simbolizzare) i propri desideri e
attaccarsi a quelli come fossero acqua,
carne, sperma e orina. 
La democrazia è la forma di governo
che tende a responsabilizzare tutti i suoi
sudditi, a far sì che essi diventino re di se stessi
anziché solo sottomessi alla cupidigia del padrone.
La democrazia è una bicicletta: occorre pedalare
in continuazione e se si pedala tutti insieme
può darsi non lo escludo
si riesca a scalare le montagne dell'improbabile
e vedere finalmente lassù in cima 
il potere del popolo sovrano. Bello vero?
Mica tanto. Quanto più rassicurante sarebbe
che ci fosse qualcuno che pensasse davvero al posto nostro
che ci governasse e ci togliesse dalle incombenze
della responsabilità. Essere liberi è faticoso
molto più che essere prigionieri perché
la libertà passa dapprima nella solitudine
del deserto e vi permane al fine di essere tentata
messa a dura prova dalle sirene della schiavitù.
è garanzia che tutto resti nel cerchio magico
del rito dove pochi sono i sacerdoti che comandano
e il resto è gregge che partecipa alle celebrazioni.

sabato 14 maggio 2011

Un volto fascista

«Il fascismo, nella sua forma più estrema, [...] ha commesso quei misfatti che non trovano l'uguale nella storia del mondo, neppure nel terrore staliniano contro il popolo sovietico e il proprio partito, e ciò perché il fascismo nella sua forma estrema era in pari tempo razionale fino alla perfezione e irrazionale fino all'eccesso, e considerava le vittime non già alla stregua di esseri umani, bensì come esseri demoniaci ovvero quali strumenti al bando dalla legge. Anche ammettendo che un solo uomo ne porti la responsabilità giuridica, tale forma era comunque da un pezzo in fieri in una possente e affatto internazionale tendenza del pensiero e del sentimento. A condurre a essa non fu già un sistema disumano, dal quale l'essere umano potesse distanziarsi, bensì proprio preoccupazioni e paure affatto umane».

Ernst Nolte, I tre volti del fascismo, Sugar Editore, Milano 1966 (titolo originale: Der Faschismus in seiner Epoche, Piper & Co. Verlag, traduzione di Francesco Saba Sardi e Giacomo Manzoni, pag. 32)

Il Disagiato ha scritto un post dove, unendo certi puntini, ha composto una figura dalla quale scaturisce la vera essenza dello scandalo insito nel rapporto "di amicizia" tra Berlusconi e Lele Mora.
Perché essere amico e/o avere commerci con qualcuno che si dichiara fascista senza prenderne le distanze  è aberrante e, moralmente, molto peggio che avere uno stalliere mafioso, o un giardiniere camorrista.