Qualche riflessione in merito alla tesi di laurea di Barbara Berlusconi (d'ora in poi: Babe). Innanzitutto: congratulazioni alla neo-laureata. Di poi: certo che ha ragione la professoressa Roberta De Monticelli a dire certe cose, ma ella non ha criticato Babe, bensì il rettore dell'Università San Raffaele, Don Luigi Verzè: è a lui che andrebbero lanciati gli strali di manifesta sudditanza nei confronti dell'Imperatore, come ben ha mostrato anche Michele Boldrin (mi piacerebbe sentire con quali argomenti Massimo Cacciari replicherebbe alle critiche di questi).
Ma torniamo a Babe: essere figli di Silvio Berlusconi (d'ora in poi: Cesare) non è una colpa: sono cose che càpitano, raramente, ma càpitano. E poi, in fondo, perché non nutrire la speranza che, a volte, i figli siano migliori dei padri (o madri) soprattutto in regimi "imperiali" come il nostro? Secondo me, a bocce ferme, la cosa migliore sarebbe leggere la tesi di Babe senza alcuna pregiudiziale. Certo che una figlia di Cesare studi e si laurei su Amartya Sen è una notizia che dovrebbe riempire di gioia: è come se la figlia di Putin si laureasse su Anna Politkovskaja, come se la figlia di Bush si laureasse su Noam Chomsky, come se la figlia di Chavez si laureasse su Jeorge-Luis Borges, come se la figlia di Fidel Castro si laureasse su Friedrich von Hayek, come se la figlia di Ahmadinejād si laureasse su Salman Rushdie, come se la figlia di Cosentino si laureasse su Saviano, come se la figlia di Dell'Utri si laureasse su Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, come se la nipote del Papa si laureasse su Richard Dawkins.
Inoltre, in tutta questa polemica, non ho ben capito se la tesi di Babe sia stata considerata meritevole di pubblicazione dalla suddetta università. Se così fosse sarebbe, credo, possibile richiederne copia in lettura. Addirittura sarebbe doveroso che qualche casa editrice si facesse avanti per pubblicarla, magari anche quella piccola e marginale con sede a Segrate e presieduta dalla sorella Marina.
Infine: tra i figli di Cesare, Babe è quella che preferisco; non vorrei che una subdola campagna mediatica di certa cattiva stampa di sinistra me la sciupasse anzitempo. Non è il caso, no, per favore. I figli sono gli unici che possono commettere un parricidio (simbolico o meno).
6 commenti:
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La regola è: bisogna conoscere il nemico. Studiarlo, eventualmente laurearcisi.
Solo una cosa su Cacciari: Cacciari era Rettore della facoltà di Filosofia del San raffaele, prima di lasciarla per ridiventare sindaco di venezia. Ora rettore è un noto columnist del corriere.
Amartia Sen è molto di moda, ormai, e non credo che una tesina di terzo anno oltrepassi le 35-50 pagine, quindi si tratterà di un collage di citazioni.
Infine, esiste anche la figura della "anima bella", di hegeliana memoria. Quella dissociata in un sè ideale, buono e intrasmutabile, che non si concilia con un sè reale impastoiato nella effettualità. Probabilmente babe dentro di sè vorrebbe affrancarsi dal padre, e noi siamo tutti con lei, ma allora dovrebbe andarsene dal San raffaele, chessà, iscriversi alla Sapienza e seguire il corso di Flores D'arcais. E' un conisglio. Speriamo che ci legga.
Come si chiama più il complesso di Edipo delle femmine, ah, Elettra? Babe, avanti col parricidio, ma non quello simbolico, quello vero.
Ecco perchè non smetterò di leggerti. :)
Grazie a tutti voi per i vostri preziosi commenti.
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