2.
«Innanzitutto la nostra non è una crociata contro i tatuaggi. Non li disprezziamo, né sconsigliamo le persone a non farli. Men che meno vogliamo convincere i tatuati a coprirsi o a farseli cancellare. No. Il nostro centro si rivolge a quelle persone che, prive di tatuaggi, provano un senso di inadeguatezza, addirittura di imbarazzo ad avere la pelle libera da simboli, figure, scritte di vario tipo.
Recenti studi epidemiologici hanno dimostrato che da quando il tatuaggio è un “must” a cui si è sottoposta molta parte della popolazione, una considerevole percentuale di coloro che se ne esimono, soffre - più o meno consciamente - di una crisi da pagina bianca del proprio corpo, una sorta di crisi dell'insignificanza che, se trascurata, potrebbe provocare ipocondria, depressione o, nei casi più gravi, addirittura dismorfofobia. In casi estremi come questi, il nostro studio si avvale di qualificati psicoterapeuti, i quali - una volta appurato il quadro clinico - propongono al soggetto un percorso terapeutico d'impronta psicodinamica.»
Dopo aver ringraziato la dottoressa per la spiegazione, Bruno uscì dalla fresca penombra climatizzata dello studio No tatoo e ripiombò nell'afa rovente del viale. Ancora il negozio dove doveva effettuare il ritiro era chiuso, mancavano pochi minuti alle tre, il tempo giusto per specchiarsi sulla porta a vetro dell'ingresso e riflettere. I pantaloni e la camicia a maniche lunghe dovevano pur significare qualcosa sotto quel sole e quel caldo soffocante. Mentre lo sguardo dagli arti passò al volto per scrutare se nel suo sguardo trapelava un'ombra di melanconia, alla sua immagine si sovrappose il corpo e il volto della commessa, che aprì la serratura e lo fece entrare con mezzo sorriso di commiserazione. Non che fosse propriamente una bella donna, ma dannatamente sensuale, sì.
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