Pensare
alle pareti
ci
difende
dai
segreti
custoditi dalla mente
e
non offende
il
quadro della situazione
la
quotidiana dispersione
di
scorie dell’io
che
si staccano come pellicine
grattate
via distrattamente.
Girare
intorno al proprio precipizio
tra
vita vissuta e vita che verrà
ottusi
dal presente
come
angoli che di più non possono
aprirsi
e capire il vuoto
oppure abbracciarlo
in
privato autodafé.
Trattenere
la
sabbia dei giorni
le
mani non riescono
le guance forse
le
sole capaci capire
la
differenza
tra
schiaffi e carezze
ed
il niente.
Sospendere
la
ricerca del senso
la
fatica del nome
la
domanda che vuole
risposta
o il come
sia
potuto accadere
ed
è accaduto
perché
siano cadute
le
pareti da pensare:
«Chiudete quella finestra:
ho paura di volare».
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