mercoledì 11 maggio 2022

Vedevo il mondo

Una volta vedevo il mondo 
un mondo che adesso sembra impossibile vedere; 
un mondo dove camminare era sicuro 
che la strada non diventasse una voragine.
Vedevo il mondo e, sebbene il dolore non mancasse, 
vedevo che la maggior parte delle facce 
si compiacevano di esistere in un'epoca in cui
si vociferava che la storia fosse finita e non avesse un seguito. 

Era caduto tutto, ogni muro - 
anche se in certi luoghi, a poco a poco, 
nuovi muri venivano innalzati. 
Ma in quel mondo le contese, 
tra gli opposti pretendenti al trono, 
non prevedevano di coinvolgere gli spalti; 
la lotta era tra maschere che, sul palcoscenico,
se le davano di santa ragione, 
facendo finta, beninteso, 
perché le bastonate di riflesso
piovevano sempre addosso a noi.

Noi che a poco a poco ci siamo trasformati
da popolo a pubblico, da spettatori 
che fiatavano sul collo ai gladiatori nell'arena
a telespettatori che al massimo ruttano
mentre i mentana, coi bigodini in testa,
fanno finta di domandare, di cercare la verità.

Dovevamo essere disabituati alla lotta, 
dovevamo essere definitivamente sedati
nel torpore del dopocena. 
E anche se sappiamo che il re è nudo
ce ne stiamo in panciolle, coi pantaloni della tuta,
a palle sciolte sul sofà.

D'altronde, ci sono i buffoni di corte ad agire per noi, 
a raccontarci storielle consolanti 
per farci ridere o per far piangere 
lacrime in diretta nel caso ci fosse
da sacrificarsi un po' e dare il nostro
contributo come richiesto dalla pubblicità.

[...]


3 commenti:

Anonimo ha detto...

Bella poesia, perché è scritta e stampata come una poesia, ma io la vedo come uno spaccato di vita vissuta e poco tollerata da parte di chi è strastufo di tutto... soprattutto dell'amministrazione del paese e della pubblicità dei media che va di pari passo con la politica... è difficile essere contrari ma trovo che ogni epoca ha ragioni per essere arcistanchi di chi governa. Sempre se ciò che ci perviene alla nostra conoscenza sia la storia vera, ma sappiamo che chi vince ha sempre ragione...lasciandoci nel dubbio. Mi chiedo, di questa epoca cosa scriveranno e cosa conosceranno di vero (se scriveranno il vero) i nostri posteri.

Luca Massaro ha detto...

Credo che i nostri posteri, se avremo posteri, faranno come noi, come tutti: sepolcri imbiancati che dicono: "Ah se fossimo stati al posto dei nostri padri, noi sì che avremmo fatto le scelte giuste e non avremmo commesso tale barbarie". Salvo poi commetterle alla bisogna. Come noi... anzi: come loro, chi ci governa e in nome della "salute", della "sicurezza", della "libertà", della protezione dei "fragili", continua imperterrito nel suo compito d'infame persecutore. Vigliacchi e lezzi, tutti, ma sopra tutti quelli del partito democratico, che si distinguono per la loro viltà.

Olympe de Gouges ha detto...

perfetto:

trasformati
da popolo a pubblico, da spettatori
che fiatavano sul collo ai gladiatori nell'arena
a telespettatori che al massimo ruttano
mentre i mentana, coi bigodini in testa,
fanno finta di domandare, di cercare la verità