Tito Boeri non è un bischero e i suoi due conti li sa fare, e fare bene (sempre all'interno di una logica di sistema, ça va sans dire). Ma, a volte, anche ai più assennati una cazzata può scappare. Vediamo:
Domanda di Fubini e Marro: «Lei ha annunciato l’invio di 7 milioni di "buste arancioni" ad altrettanti lavoratori con dentro la simulazione della pensione. Quanti scopriranno che è più bassa di quello che si aspettavano?
Risposta di Boeri: «In effetti molte persone avranno sorprese negative. In base ai nostri campioni, circa il 60%. Ma penso che avere questa informazione sia molto importante, perché consente di pianificare il futuro».
Domanda: «Non teme che le brutte sorprese inducano a consumare meno, con effetti negativi sull’economia?
Risposta: «Non credo che gli effetti siano così negativi. Ciò che deprime i consumi è l’incertezza. Invece noi qui stiamo dando più informazioni».
Egregio Boeri, capiamoci (o capimoci o famo a capisse, Gasparri docet): se lei prima sostiene che almeno il 60% di coloro che hanno fatto la simulazione della pensione futura hanno visto che «avranno sorprese negative», vale a dire: avranno una pensione da fame, non può credere di consolare o rabbonire tale platea generazionale con delle semplici «informazioni» che informano i futuri pensionati sul loro futuro ricolmo di stenti e miseria. Infatti, lei che è un esimio economista, quale altro modo conosce di pianificare il futuro se non risparmiare ovvero di grattare le croste, a fronte del reddito percepito da coloro che rientrano in quel 60%?
Ma se risparmiano, come faranno a mantenere lo stesso livello di consumi?
Risposta di Boeri: «Dovranno essere meno incerti e più allegri».
Ho capito. Ovvero, non ho capito un cazzo.
Ciascun apra ben gli orecchi,
di doman nessun si paschi,
oggi sìan, giovani e vecchi,
lieti ognun, femmine e maschi.
Ogni tristo pensier caschi:
facciam festa tuttavia.
Chi vuol esser lieto, sia:
di doman non c’è certezza.