mercoledì 6 gennaio 2016

Letteratura e vergogna

Florence Herni, Femme aux jacinthes, 1930

Sono così lontano da ogni pensiero letterario che mi vergogno. Vivo come se la letteratura non fosse, o fosse cosa morta, seppellita, che non vado mai a trovare al cimitero.
Voglio accendere un lumino, ricordare la defunta, portarle dei giacinti, non dei facchetti alla sua sinistra. Del padre: la letteratura giace alla sinistra del padre, o della madre, che la partorì dalla sua mente come Atena, Zeus.
Alcuni dicono che faccia finta, che stia semplicemente dormendo e sinceramente lo credo anch'io. La letteratura non può essere morta. Non si può, infatti, parlare di qualcuno che è assente in sua presenza. Sto esagerando o è solo una moina per accattivarla? Dirò meglio: per metterla in posa e fotografarla, svilupparla, stamparla e appenderla al muro di casa. Ma non riuscirò mai, con le parole, a descrivere la curva dei capelli che disegna il volto della donna coi giacinti.
«Potresti descrivere, ricordare qualcos'altro».
Era per questo che, poco fa, mi sono vergognato.

1 commento:

robxyz ha detto...

"...portarle dei giacinti, non dei facchetti alla sua sinistra."
Questa è una perla di una tale classe da far impallidire l'intera categoria dei giornalisti. Terzino sinistro oltretutto. Sciapo' :-)