martedì 5 gennaio 2016

Lacrime e no

Ho visto Obama piangere e ho pensato che, è vero, la questione delle vendita libera di armi da fuoco in America è un grosso problema (mitragliare la parola grosso e sparare una pallottola alla parola problema: una questione ceronettiana che, se volete e siete curiosi vi spiegherò in calce nei commenti sennò amen), perché in America le armi sono più diffuse delle forchette e dei cucchiaini (i coltelli, essendo arma da taglio, non contiamoli).

E dopo ho visto a Melito di Napoli, in un bar, luogo in cui non so se le forchette ma i cucchiaini senz'altro sono più diffusi delle armi da fuoco, gli stessi cucchiaini che, probabilmente, i clienti del bar avevano in mano per girare lo zucchero dentro una tazzina di caffè, nello stesso momento che un giovane è stato sparato e quindi è morto ammazzato all'interno del bar di Melito, Napoli, Italia, uno stato in cui, contrariamente all'America, la vendita libera delle armi è proibita e l'autorità possono anche non piangere, a che serve.

2 commenti:

giovanni ha detto...

A un cazzo, non servono a un cazzo. Sono quelle iniziative propagandistiche per prendere i voti di tanti ritardati che non sanno leggere nemmeno la bilancia sulla quale salgono al mattino. Come rendere pedonale una via e non fare un cazzo per tutte le altre che raccoglieranno anche il traffico della pedonalizzata, come pensare che si possa far politica sostituendo Dio con Etico e non tenendo in considerazione l'opportunità e l'efficacia di una misura.
Perdio, questa testacazzo sta, di fatto, permettendo all'Iran di costruirsi la sua bombetta mentre i suoi sostenitori starnazzano che il Pakistan già ce l'ha e quindi... come se una cazzata cancellasse la precedente invece di sommarsi.

Luca Massaro ha detto...

Mi sono perso la giustificazione dei sostenitori, davvero penosa, e tuttavia non mi pare - da quel che ho letto - che la fine dell'embargo pressoché totale permetta all'Iran di costruirsi liberamente l'atomica. Non sono un esperto, ma credo che se ci sono riusciti i nordcoreani (praticamente da sempre sotto embargo), potenzialmente avrebbero potuto riuscirci anche gli iraniani se gli fosse premuto più dotarsi dell'atomica che, invece, dare sollievo alla propria economia.