lunedì 1 maggio 2017

Accerta il merito con l'accetta

A Ernesto Galli Della Loggia, con osservanza

1 «Gli uomini di Èfraim si radunarono, passarono il Giordano verso Safon e dissero a Iefte: «Perché sei andato a combattere contro gli Ammoniti e non ci hai chiamati con te? Noi bruceremo te e la tua casa». 2Iefte rispose loro: «Io e il mio popolo abbiamo avuto grandi lotte con gli Ammoniti; quando vi ho chiamati in aiuto, non siete venuti a salvarmi dalle loro mani. 3Vedendo che non venivate voi a salvarmi, ho esposto al pericolo la vita, ho marciato contro gli Ammoniti e il Signore li ha consegnati nelle mie mani. Perché dunque siete venuti oggi contro di me a muovermi guerra?». 4Iefte, radunati tutti gli uomini di Gàlaad, diede battaglia a Èfraim; gli uomini di Gàlaad sconfissero gli Efraimiti, perché questi dicevano: «Voi siete fuggiaschi di Èfraim; Gàlaad sta in mezzo a Èfraim e in mezzo a Manasse». 5I Galaaditi occuparono i guadi del Giordano in direzione di Èfraim. Quando uno dei fuggiaschi di Èfraim diceva: «Lasciatemi passare», gli uomini di Gàlaad gli chiedevano: «Sei un Efraimita?». Se rispondeva: «No», 6i Galaaditi gli dicevano: «Ebbene, di' scibbòlet», e se quello diceva: «Sibbòlet», non riuscendo a pronunciare bene, allora lo afferravano e lo uccidevano presso i guadi del Giordano. In quell'occasione perirono quarantaduemila uomini di Èfraim. 7Iefte fu giudice d'Israele per sei anni. Poi Iefte, il Galaadita, morì e fu sepolto nella sua città in Gàlaad.» Giudici, 12.

Professore, mi scusi: provi anche lei a dire «scibbòlet».

Come, si rifiuta? Stia tranquillo: qui nessuno vuole afferrarla e portarla - vivo - presso i guadi dell'Arno (a sciacquarsi le mutande). Ciò precisato: le è balenato di leggere - attentamente - questa informativa? Non si fermi al titolo, entri nel dettaglio, veda che un po' di selezione naturale va da sé. Certo, le politiche inclusive hanno consentito di diminuire, complessivamente, la percentuale di abbandono scolastico (che rimane pur sempre elevata). Chissà perché poi i maschi abbandonino gli studi in misura maggiore delle femmine. Chissà perché, poi, gli studenti nati all'estero abbandonino in misura doppia la scuola rispetto agli indigeni. Forse perché chiamati a svolgere mansioni lavorative (per le quali non serve alcun diploma) che, oramai, gli studenti italiani si rifiutano di svolgere? Sia come sia, per non dilungarmi, concludo facendole una domanda che segue una sua affermazione: 
proprio perché la scuola promuove tutti, cioè non seleziona, e una scuola che non seleziona, che non accerta il merito, è una scuola che in linea di principio rifiuta di fornire alla società, al mondo del lavoro, qualunque attestato affidabile circa le reali competenze, la volontà d’impegnarsi, le capacità di ingegno e di carattere, dei giovani che le sono stati affidati. 
Nella sua attività accademica, dopo aver "selezionato", per merito, i giovani che si sono a lei affidati, gliel'ha fatta loro una raccomandazione per  farli entrare a lavorare, per es., in via Solferino?

6 commenti:

Marino Voglio ha detto...

ma si che gliela fa la raccomandazione. il problema semmai è che le raccomanzazioni del calcetto e del tennis (e senza dimenticare quelle dell'oratorio) valgono di più - soprattutto in aftermarket.

Marino Voglio ha detto...

cazzo correggimi "raccomanzazioni" peppiacere. ma dove c'ho la capoccia, e l'okki. porcoqua e porcolà.

Luca Massaro ha detto...

vabbè, che vuoi che sia. Il problema è che - per quanto ne so, e se ne sai più di me, dimmi come si fa - con Blogger non è dato operare nei commenti altrui se non "eliminandoli".
E poi non sono un grammanazi come un galaadita qualsiasi.

Marino Voglio ha detto...

e vabbe' amen. anzi, ramen

(gli yanquis usavano una parola piena di erre e di elle durante la seconda guerra mondiale, per distinguere fra i cinesi e i giapponesi. ma non me la ricordo più, e le mie settimane enigmistiche sono andate perdute)

siu ha detto...

Sarà che il cervello corregge in automatico, o che il mio ormai è completamente andato, caro Marino, fatto sta che non mi ero per niente accorta della zvista.
Ma famme capì... perchè, i giapponesi la erre la pronunciano? (scusate l'ignoranza, signori giapponesi).

Marino Voglio ha detto...

i giapponesi "allo stato di natura" non pronunciano la elle. a quanto mi pare di capire non ce l'hanno proprio, tipo noi e la jota castigliana.

del piero = derupiero

e comunque con un po' di sforzo e di esercizio la imparano se vogliono; come noi con la jota castigliana.