Pronunciarsi sul nuovo governo è prematuro, come le pesche fintamente mature, che non sanno di niente, al mercato oggidì. Governo prenatal, da pannolini e biberon tate Moavero Milanesi indaffarate. La curiosità maggiore, a mio avviso, sarà vedere come il professor Tria - un ministro costruito sull'ipotenusa - saprà quadrare i conti. I restanti: stendiamo veti pietosi. Certo: avranno, nell'ordine: collaboratori, consiglieri, tirapiedi, maneggioni, orecchie da mercante in fiera e, soprattutto, consolidate squadre di impiegati al ministero che sono lì per loro pronti a risolvere questioni. E i questori appresso a Salvini a correggergli gerundi. I prefetti, invece, si occuperanno dei participi presenti. Saranno ripristinati potestà e relative sale. Una tassa sul sale sarebbe indubbiamente efficace.
Impressioni: la ripetuta parola governo del cambiamento mi rassicura: li fa molto democristiani. Sapranno sfruttare le concessioni del capitale disposto - in linea di massima e per quanto può - a soddisfare le esigenze bottegaie della classe media? Saranno abbastanza scaltri da affermare «c'è del marcio in Lussemburgo?»
Io non mi fido. Ma ancor meno mi fido delle opposizioni: una, la più grottesca, in mano a un pregiudicato al quale hanno reso agibilità politica; l'altra, la più futile, la piddina, così autoreferenziale e perciò superficiale opposizione, che ripete a babbomorto le stesse ottuse idee che l'hanno portata al tracollo elettorale e quindi alla sconfitta.
E comunque, per concludere, una sola cosa ci è dato constatare dopo le due giornate parlamentari durante le quali si è votato la fiducia al governo: là, dentro Camera e Senato, stanno tutti bene.
1 commento:
Contro la forza delle leggi dell’economiia capitalistica è illusorio pensare di cambiare la rotta con una direzione politica diversa.
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