martedì 15 dicembre 2020

Cerchi che si allargano

Mio fratello precipizio, mia sorella acqua di torrente,
mia madre canne per una capanna, mio padre
muffa su rocce rossobrune, suo padre parente dei pesci,
figura acquatica con polmoni, come te.

Nessuno ci ha inventato, eravamo nella polvere
già nel primo istante, esistiamo fin
dall'inizio. Solo più tardi abbiamo avuto anime e ci è stato
permesso di scrivere. Nostre sono le parole

di pietra e d'acqua. Mai abbiamo rinnegato
la nostra origine, siamo quel che c'è,
numeri con un nulla alla fine. Una volta qualcuno
lanciò un sasso nell'acqua, quei cerchi che si allargano

ancora, siamo noi

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Cees Nooteboom, L'occhio del monaco, traduzione di Fulvio Ferrari, Einaudi, Torino 2019

***
Mijn broer afgrond, mijn zuster bergstroom,
mijn moeder riet voor een hut, mijn vader schimmel
op roestbruine rotsen, zijn vader familie van vissen,
watergedaante met longen, net als jij.

Niemand had ons bedacht, wij zaten in het gruis
van de eerste seconde, wij zijn er vanaf
het begin. Pas later kregen wij zielen en mochten
we schrijven. Van ons zijn de woorden

van steen en van water. Nooit hebben wij
onze afkomst verloochend, wij zijn wat er is,
getallen met een niets aan hun einde. Ooit gooide iemand
een steen in het water, die steeds verdere kringen,

nog altijd, zijn wij.

Cees Nooteboom (1933)
uit: Monniksoog (2016)

1 commento:

Anonimo ha detto...

Bellissima, grazie per averla postata sul blog
Fiona