giovedì 24 giugno 2021

Non pensavo che tu laico fossi

«Il nostro è uno Stato laico» (quanti like?), poco loico, dimolto locco, particolarmente duro di comprendonio in certi ministeri, perché la somma delle menti che li comprende è minore dell'inconsistenza delle parti. E, comunque, il nostro Stato laico qualche segreto ce lo avrebbe da confessare, forse più interessante di quelli di uno stato confessionale, il quale, nei millenni, ha sedimentato più segreti che santi in paradiso.
Lo Stato Vaticano, infatti, ha sempre avuto la sua influenza in Italia ma, politicamente - salvo rare eccezioni -, non è mai stato pensato di debellarla, portarla a zero, come lo speranzoso ministro della sanità vorrebbe invece portare a zero il coso come si chiama. Per il Vaticano vige il principio "Euchessina e vigile attesa": qualcosa prima o poi cade per effetto della gravità.


4 commenti:

Enzo ha detto...

Il nostro non è certo uno stato laico, tende alla laicità ma questo è un altro discorso. Del resto con l Chiesa cattolica conficcata a Roma da 2000 anni è difficile pensare a una laicità dura e pura. In uno stato laico il compromesso dei Patti Lateranensi 1 e 2 avrebbe avuto un esito ben diverso: lo stato italiano ha provato a uscire dal non expedit di fine ottocento con un accordo al ribasso col Vaticano. Il risultato è questo. In un paese arabo, uno di quelli tanto difesi dalle nostre sinistre, il problema non si sarebbe nemmeno posto visto che là vige una teocrazia assoluta. Discorso complesso Lucas, necessita di misura e conoscenze storiche che mi pare in rete latitino in modo evidente.

quattrocani ha detto...

Caro Luca, che ne pensi di questo scritto di 71 anni fa? A me pare più attuale che mai.
La citazione è di Piero Calamandrei, sulla rivista Il Ponte del giugno 1950.

"Questo è il complicato apparato giuridico, pronto a funzionare con efficacia pratica anche se non confessato nella Costituzione, nel quale si trova immessa una repubblica democratica governata da un partito di cattolici, qual è oggi l'Italia: i suoi governanti dovrebbero essere soltanto espressione della sovranità popolare interna, ma in realtà, come appartenenti al più vasto ordinamento internazionale dei fedeli, possono essere regolati da quella suprema autorità esterna (il pontefice) i cui ordini non ammettono discussioni. Si ha così il singolarissimo fenomeno di una repubblica democratica i cui governanti sono spiritualmente ma non per questo meno rigorosamente alle dipendenze di una monarchia assoluta: di un sovrano assoluto che ha il potere di dettar legge, attraverso questa compenetrazione dei due ordinamenti, a uno Stato che formalmente si regge a repubblica"

quattrocani ha detto...

Nel 1809 papa Pio VII, in risposta alle richieste napoleoniche di cedere i territori dello Stato Pontificio all’Impero francese, rispose: "Non debemus, non possumus, non volumus”.
Ecco il commento di Luigi Settembrini, in "Scritti vari", Napoli 1880.
" Nella coscienza del popolo italiano c'è "ab antico" il sentimento, espresso in mille modi da tutti gli scrittori italiani. che il potere temporale è stata la cagione della corruzione e della servitù d'Italia. Ma che cosa è il potere temporale? La signoria politica di Roma, e quello che si chiamava Stato della Chiesa? No: il potere temporale sono i beni che i preti e i frati posseggono in tutti i paesi d'Italia. Questi beni sono la forza di Roma in Italia, in Ispagna e per tutto dove stanno. Togliete loro questi beni che hanno acquistato togliendoli alle vedove, ai pupilli, ingannando i creduli, vendendo il paradiso, ciurmando la buona gente: togliete questi bene e avrete distrutto il potere temporale. I clerici faranno ogni sforzo, verranno a tutte le transazioni, si faranno anche maomettani per ritenere i beni che sono la vita. la verità, il Dio vivo e vero per loro. E noi dovremmo transigere sopra ogni cosa: meno che su questa. Togliete i danari ai preti e li vedrete diventare agnelli e udrete il papa dire: "Possumus et volumus".

Luca Massaro ha detto...

Sì, Enzo, discorso complesso e io sono soltanto in grado di parlarne marginalmente, provocato dalla suggestione di una "frase".

Grazie Quattrocani per i testi, assai significativi. In merito a quello di Calamandrei, posso solo aggiungere ch'egli lo scrisse quando il partito dei cattolici era "uno" e non "legione" come adesso.