martedì 5 aprile 2022

Cannibali, necrofili, deamicisiani e astuti

« Che cos'è la verità, di cui il testimone testimonia? Non il dato nella sua fattualità non linguistica, in sé oscuro e impenetrabile, né il nome che meramente lo significa, altrettanto in sé chiuso a ciò che nomina. Eppure è proprio a queste due incomunicanti astrazioni che si dirigono i discorsi e le opinioni degli uomini parlanti, ogni volta dimentichi di ciò che è in questione nel loro essere parlanti. I parlanti si dividono così in ideologi, che caparbiamente ricercano i fatti, considerando puramente accessorio e, come si dice, superstrutturale, il loro essere nel linguaggio e in comunicativi, per i quali la notizia - il medio - si è interamente sostituito alla cosa. »

Giorgio Agamben, Quando la casa brucia, Giometti & Antonello, Macerata 2020

Che cosa significano, che cosa testimoniano i morti per le strade dell'Ucraina? Reclamano vendetta? Chiedono che i loro carnefici - chiunque siano - muoiano a loro volta? Sono loro che parlano o sono i parlanti che s'impossessano delle loro voci? Inoltre: i morti hanno voce solo se sono tanti e ammucchiati? Se sono isolati, nascosti, sparpagliati non hanno voce, quindi non testimoniano, non significano niente? Nell'Europa che voleva - un tempo, ora forse non più - dichiarare le proprie radici cristiane, c'è ancora chi ha la capacità di comprendere la frase evangelica «lasciate che i morti seppelliscano i morti»? Perché tutti quelli che comandano o diffondono notizie tengono fisso lo sguardo sui morti e non si preoccupano mai, o poco o comunque in terz'ordine, di trovare una soluzione perché ci non ci siano più morti ammazzati ma che la gente continui a morire tranquilla di morte ‘naturale’ magari dopo gli ottanta? Oppure: considerato che la guerra è una tecnica politica che produce una grande quantità di morti, perché non escogitare altre forme di combattimento meno pericolose?

I morti... fanno tanto comodo ai vivi. In particolare quando ancora non sono seppelliti o, al massimo, quando, in fila indiana, dentro carri funebri militari, nella notte ma con le telecamere che li riprendono, stanno per essere condotti al cimitero. Neanche più all'obitorio, ché non si avesse a scoprire di cosa e come sono morti, i morti. Tanto ci sono i vivi che lo raccontano e che li contano, i morti,  bollettini su bollettini, fingendo pietà.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Non spetta a "quelli che...diffondono notizie" trovare una soluzione. La notizia stessa è l'essenza della loro occupazione.