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giovedì 4 giugno 2020

Quale allegria

«"Colgo in giro l'entusiasmo, una socialità ritrovata. Ci meritiamo l'allegria dopo settimane di grandi sacrifici", osserva Conte spiegando che "la strategia del governo" sta ottenendo risultati. "L'emergenza sanitaria è alle spalle, ora dobbiamo fare fronte ad una emergenza economica", afferma il premier.»

Da vecchio allievo della scuola girardiana, tutte le volte che sento pronunciare la parola sacrificio, prima di indossare una tuta ignifuga, apro una pagina del primo capitolo de La violenza e il sacro (1972 ed. originale francese) e ricopio qualcosa che, quasi sempre, cade a fagiolo (all'uccelletto):

«Si può paragonare l'atteggiamento religioso a quello di una scienza medica che si trovasse improvvisamente a dover affrontare una malattia di tipo sconosciuto. Si manifesta un'epidemia. Non si riesce a isolare l'agente patogeno. Qual è, in un caso simile, l'atteggiamento propriamente scientifico, che cosa conviene fare? Conviene prendere non soltanto alcune precauzioni richieste dalle forme patologiche note, ma tutte, senza eccezione. Idealmente, converrebbe inventarne di nuove poiché non si sa nulla del nemico che si deve respingere.
Una volta identificato il microbo dell'epidemia, alcune delle precauzioni prese prima dell'identificazione possono rivelarsi inutili. Il perpetuarle sarebbe assurdo; era ragionevole esigerle fintanto che persisteva l'ignoranza.» (pag. 52 dell'edizione italiana del 1980).

E pongo tre domande al premier: 

1) sarà mai istituita una commissione che verifichi quanti dei grandi sacrifici richiesti ai cittadini saranno considerati scientificamente necessari e quanti, invece, inutili e che richiederli, come sacrificio (limitazione ossessiva delle libertà personali partendo dal presupposto che "siamo italiani", per natura irrispettosi delle regole), sia stato politicamente assurdo?

2) perché l'emergenza sanitaria è fregiata di un articolo determinativo, mentre quella economica alla quale «dobbiamo far fronte» è lasciata nella vaghezza di un indeterminativo? Perché è una emergenza economica tra le tante, di quelle che si sono ripetute nella processione storica del capitalismo, nei confronti della quale, anche questa volta, si può fingere che sarà sufficiente fare debito, allargare le maglie del deficit, lanciare soldi dagli elicotteri per risolverla?

3) per caso, gentilissimo Presidente Conte, è iscritto a un circolo serale?

mercoledì 27 gennaio 2016

Palle in umido

Umido. Le palle lo soffrono. Stanno al chiuso, al calduccio ma, ciò nonostante, percepiscono l'aria che tira. Come le madonne tirate, soffiate a bassa voce, per invocare abbracci e carezze di madonne rinascimentali, belle, carnose, opulente, con le poppe impercettibilmente pronunciate espressione di una sensualità pudica.

Mentre aspettavo il mio turno per un colloquio sui minimi sistemi, ho visto passare della gente dagli occhi tristi e labbra serrate, tal quale a coloro i quali vorrebbero essere altrove, senza sapere dove. Anch'io vorrei essere altrove. Stavo pensando all'Isola di Tonga, per vedere se ingrasso.


Un signore sulla sessantina mi ha detto che ha giocato a calcio sino a quarant'anni e che non sopportava, come non sopporta ora, il gioco alla brasiliana, quelli che fanno la melina.

Io gli ho risposto che ho giocato sino a quattordici e che sopporto eccome le mele e le pere brasiliane.


Saremo davvero costretti a odiarci, gli uni gli altri, o saremo capaci di secernere un milligrammo di pietas dalla nostra bile?

È troppo grigio il cielo. Venga la notte, per distinguere.




mercoledì 4 aprile 2012

Due o tre ore al giorno. Poi basta

L'Avvenire ripubblica oggi un'intervista a Lucio Dalla risalente al 2008.
Consiglio di leggerla, per capire le ragioni per cui Dalla ha avuto funzioni funebri religiose con tutti gli onori da parte della Chiesa. Ma non solo. Non per voler esser maligni, figuriamoci: io ho saputo della omosessualità (o bisessualità) di Dalla solo dopo la sua morte per il can can che ne è seguito, ma questo non cambia di una virgola il mio rispetto (e le mie riserve) verso il cantautore e musicista bolognese. Ma, dicevo, non per esser maligni, è “simpatico” leggere, tra le righe delle sue risposte a domande marzulliane, le ragioni del suo non aver voluto fare outing circa i propri orientamenti sessuali. Soprattutto in questa. Leggiamo:
Con lui [Gesù] riesce a dialogare?
«Certamente. Non è un merito, è una necessità! Sostanzialmente passo con Gesù due o tre ore al giorno: quando sono solo, ma anche quando compongo canzoni, quando sono felice. Lo ringrazio per tutte le cose che mi capitano e dedico a lui i pochi momenti di sofferenza e d’inquietudine che ho; li considero benedetti perché mi vengono da lui. Delle cose certe, la più certa per me è credere in Gesù».
Ecco, se invece che due o tre ore, Lucio Dalla ci avesse passato ventiquattr'ore al giorno con Gesù Cristo, forse non avrebbe avuto modo di cedere a “certi” piaceri della carne.

domenica 4 marzo 2012

Come fanno i marinai a baciarsi tra di loro

Infuria la polemica sulla identità sessuale di Lucio Dalla. Il popolo del web (moi aussi je suis peuple) esprime pareri contrastanti. Hanno ragione o torto Busi e Annunziata che ne parlano? Per Giovanni Fontana un po' più ragione, per me un po' più torto, perché sarebbe stato meglio che essi avessero chiesto a Dalla qualcosa in merito al suo orientamento sessuale quand'era vivo, che farlo ora che è morto. In fondo, Busi soprattutto, che è uomo di mondo e che probabilmente sapeva della omosessualità o bisessualità o trisessualità di Dalla, poteva chiamarlo in causa, come dire... sputtanarlo pubblicamente... mica avrà avuto paura di una querela. Insomma, Busi - visto che lotta da sempre affinché la sessualità sia considerata cosa pubblica come l'aria che si respira - avrebbe potuto fare e, al limite, potrebbe fare ora, come fece Craxi, all'epoca di Mani Pulite, nel suo famoso discorso parlamentare che mise spalle alla poltrona tutti i partiti, tuonando un: «Basta con l'ipocrisia!»

A margine.
Segnalo questo post di Chiara.

giovedì 1 marzo 2012

Precisione svizzera


* *
«Le chanteur devait donner quatre autres concerts en Suisse, à Berne, à Bâle et à Genève dimanche, ainsi qu’à Lugano. Pour le concert genevois, également organisé par Opus One, les billets seront remboursés là où ils ont été achetés jusqu’au 4 avril.»

Poi capisci perché la Svizzera non è una nazione, ma una confederazione. Di stronzi.