«"Colgo in giro l'entusiasmo, una socialità ritrovata. Ci meritiamo l'allegria dopo settimane di grandi sacrifici", osserva Conte spiegando che "la strategia del governo" sta ottenendo risultati. "L'emergenza sanitaria è alle spalle, ora dobbiamo fare fronte ad una emergenza economica", afferma il premier.»
Da vecchio allievo della scuola girardiana, tutte le volte che sento pronunciare la parola sacrificio, prima di indossare una tuta ignifuga, apro una pagina del primo capitolo de La violenza e il sacro (1972 ed. originale francese) e ricopio qualcosa che, quasi sempre, cade a fagiolo (all'uccelletto):
«Si può paragonare l'atteggiamento religioso a quello di una scienza medica che si trovasse improvvisamente a dover affrontare una malattia di tipo sconosciuto. Si manifesta un'epidemia. Non si riesce a isolare l'agente patogeno. Qual è, in un caso simile, l'atteggiamento propriamente scientifico, che cosa conviene fare? Conviene prendere non soltanto alcune precauzioni richieste dalle forme patologiche note, ma tutte, senza eccezione. Idealmente, converrebbe inventarne di nuove poiché non si sa nulla del nemico che si deve respingere.
Una volta identificato il microbo dell'epidemia, alcune delle precauzioni prese prima dell'identificazione possono rivelarsi inutili. Il perpetuarle sarebbe assurdo; era ragionevole esigerle fintanto che persisteva l'ignoranza.» (pag. 52 dell'edizione italiana del 1980).
E pongo tre domande al premier:
1) sarà mai istituita una commissione che verifichi quanti dei grandi sacrifici richiesti ai cittadini saranno considerati scientificamente necessari e quanti, invece, inutili e che richiederli, come sacrificio (limitazione ossessiva delle libertà personali partendo dal presupposto che "siamo italiani", per natura irrispettosi delle regole), sia stato politicamente assurdo?
2) perché l'emergenza sanitaria è fregiata di un articolo determinativo, mentre quella economica alla quale «dobbiamo far fronte» è lasciata nella vaghezza di un indeterminativo? Perché è una emergenza economica tra le tante, di quelle che si sono ripetute nella processione storica del capitalismo, nei confronti della quale, anche questa volta, si può fingere che sarà sufficiente fare debito, allargare le maglie del deficit, lanciare soldi dagli elicotteri per risolverla?
3) per caso, gentilissimo Presidente Conte, è iscritto a un circolo serale?