martedì 4 novembre 2014

L'Italia in particolare

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«In un mondo che manifesta tensioni e instabilità crescenti, si vanno affermando nuove e più aggressive forme di estremismo e di fanatismo che rischiano di investire anche l'Europa, e l'Italia in particolare, infiltrandone gradualmente le società. È una minaccia reale, anche militare, che, insieme all'Unione Europea e alla Nato, dobbiamo essere pronti a prevenire e contrastare»
A quale minaccia reale Napolitano si riferisce, all'Isis? Non mi pare che, se non in modo generalizzato, riferendosi cioè all'Occidente nella sua totalità, i sanguinari rincoglioniti islamici abbiano minacciato in concreto lo Stato italiano. Tutt'al più quello Vaticano, che in fondo è uno Stato a sé, con le sue Guardie mercenarie in costume di ordinanza e le picche sempre pronte per infilzare i nemici del Sacro Romano Impero -della sicurezza del quale, francamente, il presidente della repubblica dovrebbe disintessarsi.
Dunque, quali sono le forme di estremismo da cui le Forze Armate dovrebbero difenderci? Gli operai delle acciaierie di Terni? Gli strenui oppositori alla linea ad alta velocità in Val di Susa? (Li hanno già sistemati, alcuni, in primo grado). I sopiti "forconi"? Gli indipendentisti veneti? I pastori sardi?
Chi si sta affermando aggressivamente, forse anche  militarmente, per mettere a repentaglio la pace democratica italiana ed europea?

Provo a rispondere: un cazzo nessuno. Gli ultimi terroristi “organizzati” che hanno ammazzato prima i giuslavoristi D'Antona, Biagi ed Emanuele Petri, agente della Polfer, sono in carcere da anni, nel silenzio più assoluto (brigatisti omicidi, per carità, ma ditemi il senso di questo tipo di 41bis) e, credo, senza alcun tipo di seguaci estremisti fedeli alla linea (cattivo pensiero: seppur nella maniera più assurda e sbagliata, vale a dire uccidendo vigliaccamente esseri umani indifesi, gli ultimi brigatisti tentarono di colpire quei tecnici che si prestarono a fornire alla politica le modalità per la precarizzazione del lavoro che tanto male ha fatto e fa a intere generazioni).

E quindi, di chi parla Napolitano?

Secondo me presente (verbo presentire) che qualcosa non va, che - sotto sotto - questa bella repubblica fondata sul lavoro rischia di affondare sul lavoro. Il problema maggiore è che un ex comunista faccia finta di non sapere il perché nel mondo si manifestano «tensioni e instabilità crescenti».
Perché Presidente, perché? Faccia una seduta spiritica in un salone del Quirinale per farselo dire da qualche suo ex compagno che adesso non c'è più.

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