domenica 20 ottobre 2019

Tossisca, prego

Ieri pomeriggio, stavo tossendo quando ho sentito alla radio parlare di Simenon e ho smesso perché la tosse s'è trasformata in rottura di coglioni. Non se ne può più di sentir dire dagli altri quanto sono bravi gli altri, in questo caso: quanto sia stato bravo e assai prolifico Simenon. Sono già di mio abbastanza Maigret, non ho bisogno di perdere peso o di prenderne abbeverandomi di lettere e romanzi e noir, devo limitare le perdite di tempo all'essenziale, quindi, ok, spengo la radio, riprendo a tossire per non dimenticare che dovrò scrivere questa cosa di Simenon scassamaroni.

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Nel considerare che il sistema economico e produttivo capitalistico e la competizione mercantile degli stati nazione determineranno, quanto prima, catastrofi ambientali e sociali diffuse  - con le oasi patronali dei signori in panciolle a vedere l'umanità accecata prendersi a brani - appare assai superfluo attardarsi in attenzioni verso i mediocri protagonisti della scena politica italiana. Primo, perché i gabbiani andrebbero studiati a fondo su come siano riusciti ad adattarsi alle discariche; secondo perché l'orgoglio italiano è una patologia curabile con dei semplici antidiarroici.

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Nella misura in cui tutti si può parlare di calcio senza saper giocare a pallone, così - come un Mantellini o un prete - vorrei sparare una cazzata sulla musica leggera italiana contemporanea, in riferimento al cantante che per nome d'arte ha preso quello di un armatore napoletano e che è stato criticato per aver cantato una canzone di Tenco al Premio Tenco e non per essersi fatto accompagnare al pianoforte da Morgan. Ma a parte questo, a parte il "fotte sega" generale, il punto è: tra cinquant'anni, chi calcherà il palco dell futura musica leggera italiana, di quali canzoni d'oggi farà la cover?

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Sappiamo che i poteri del Presidente della repubblica italiana sono limitati dalla Costituzione, ma io non capisco perché, in quanto supremo capo delle Forze Armate, durante la sua visita di Stato alla Casa Bianca, non abbia richiesto ufficialmente al Presidente Trump l'autorizzazione a installare una base militare italiana nel territorio americano per bilanciare la oramai anacronistica presenza delle basi americane installate nel suolo italiano.
Trump: «Dear Sergio, ma noi ci sappiamo difendere da soli».
Mattarella: «Dear Donald, è per produrre parmigiano con l'uranio impoverito a casa vostra».

2 commenti:

Marino Voglio ha detto...

ti adoro quando tuttologheggi.

(il pulcino pio, senza dubbio)

Luca Massaro ha detto...

Bacio, voglio un bacio!