domenica 17 novembre 2019

Il flagello

Per mantenere vivo l'esercizio della mia incompetenza, annoto due o tre pensieri sulla tragicomica realtà circostante, che è quella che è perché noi ominidi ci impegniamo abbastanza per farla essere così, garruli amatori di classifiche, tra chi ce l'ha più lungo e sostanzioso, il conto in banca - e tutti gli anni o è uno o è l'altro, finché non morranno - se morranno - e avanti, belle gare in cui sprizza l'intelligenza, qualità intraspecifica tanto usata a sproposito, anche per considerare Salvini uno statista, un patriota, uno stronzo a galla che si adagia sul salato, mentre le acque che hanno invaso la Padania si ritirano.

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Uh. E di che parlo? Del figlio di Savoia e della di lui pubblicità? Piango a pensare che, se è sempre valido quello studio sul quale si basò tutto il berlusconismo - «la media [intellettiva] del pubblico italiano rappresenta l'evoluzione mentale di un ragazzo che fa la seconda media e che non sta nemmeno seduto nei primi banchi», allora è persino probabile che se «i reali stanno per tornare» siano in molti ad attenderli a braccia aperte - e nessuna rivoltella in mano.

Quando ci si allontana troppo dall'evento fondatore senza mantenere di esso viva la memoria (se non nelle melense commemorazioni ufficiali), qualsiasi costrutto, anche un concetto futile come la nazione, si intiepidisce fino a spegnersi del tutto, diventando cenere. In buona sostanza, i rituali vanno coltivati e riprodotti con serietà e aderenza al mito dai quali hanno avuto origine. Per tale motivo, visto che la realtà, così com'è, è difficile mutarla, visto che la fucilazione non rientra nei criteri sanciti dalla Costituzione, farebbe bene ogni tanto mandare in esilio qualche reale, così, a prescindere, solo perché ci sta sul cazzo, con quella faccia, quella voce e quel pelo rossiccio.

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Io quando odo o leggo «Italia flagellata dal maltempo» spero sempre che, per qualche verso a me oscuro, tale flagellazione arrivi a compiere dell'Italia stessa, ciò che Piero della Francesca ha compiuto con il suo dipinto: una distaccata perfezione.

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