domenica 1 dicembre 2019

Come stanno le cose. Extra

«Scopo precipuo del capitale è di usare la tecnologia per abbattere i costi, in primis quello della forza-lavoro, per far fronte alla caduta dei profitti (in rapporto al capitale investito). È il classico cane che si morde la coda, ma non è il caso d’insistere su questo “dettaglio”. Nei prossimi decenni si conteranno nuove decine di milioni di disoccupati, una situazione sociale che non potrà reggere a lungo. Prima ancora assisteremo a nuove crisi sui mercati finanziari, per cui resto in curiosa attesa di conoscere, dalle spiritose analisi degli “esperti”, le motivazioni e i nomi dei responsabili dell’annunciato prossimo disastro.»

Olympe de Gouges, Spiritose analisi

«Se non si comprende la natura contraddittoria del modo di produzione capitalistico che allo stesso tempo produce libertà e sfruttamento, ricchezza e povertà, l’uomo universale e la sua alienazione e via dicendo e si cerca di superarne in maniera progressiva la forma oramai inadeguata di riproduzione sociale, si ricade in un “prima” o “altro” che, per gli standard civili e sociali su cui si basa la nostra vita comune, significa semplicemente barbarie. Confondere la rivolta romantica anticapitalistica con la critica del modo di produzione capitalistico produce, alla fine della catena delle mediazioni, il fascismo. Il populismo è uno degli anelli di questa catena degenerativa.» 

Roberto Fineschi, Populismo, punti di partenza 


2 commenti:

Olympe de Gouges ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Olympe de Gouges ha detto...

i borghesi, i piccoli borghesi, i liberal-democratici, i rotti in culo in genere, che pontificano di diritti civili e di democrazia, sono ben disposti a "torcere il collo alla democrazia" pur di non porsi scientificamente e dunque marxianamente dal lato della critica del modo di produzione capitalistico

loro (perché fa comodo) credono che il marxismo sia espresso sostanzialmente da tipi come diego fusaro. Del resto non serve leggere i libri di costui e simili per capire che in circolazione c'è tanta, ma tanta confusione (e furbizia)