lunedì 25 luglio 2022

Astensione come vocazione

Per quel che vale - niente - non ho votato alle politiche del 2018, non mi fidavo di nessuno, tanto meno dei cinque stronzi. Ero già sulla strada di un pio astensionismo (l'ultimo voto in-utile alle politiche lo detti a Bersani nel 2013... e capii). 
In vista delle future elezioni, da pio il mio è diventato un astensionismo feroce, soprattutto per quello che questa legislatura infame mi/ci ha fatto patire (a taluni, a tanti, a troppi). Il cosiddetto voto antisistema è stato sistematicamente confutato dal fallimento politico ed esistenziale degli apritori di scatole di tonno. Ci affogassero dentro all'olio o, meglio, finissero tutti come tonni pescati e sfilettati, ’sti untuosi beccamorti.

E sulla scia di quanto scritto oggi da Olympe de Gouges, vado sotto a copia-incollare ciò che Paolo Sceusa, ex magistrato, promotore delle marce della libertà contro la tessera verde e gli obblighi farmacologici, ha oggi scritto nel suo canale telegram:


« Avviso ai votanti “antisistema”.
Ecco come andrà la faccenda dell’unirsi tutti e andare a votare: molti dei movimentini e dei partitini in campo cercheranno di unirsi per presentare una lista unica.
Al momento di stilarla ciascuno di loro vorrà piazzare in cima alle liste dei vari collegi, in posizione più utile a cercare di spuntare un seggio, il nome corrispondente al culo del suo capoccia.
Quindi si vedrà che  i cosiddetti nuovi partiti, non sono altro che l’ennesimo progetto arrivistico del deretani che li guidano e che ambiscono solo ad accomodarsi su di uno scranno parlamentare.
Fine del tentativo di presentare liste unitarie.
Quindi i nuovi partiti “antisistema” decideranno di presentarsi divisi. Ognun per sé.
E lì si vedrà che ciascuno di loro chiederà a tutti voi di firmare per far presentare la propria lista.
E ognuno di voi andrà a firmare per ciascuno di loro: eh! Sono tutti antisistema…!
Devo continuare?
Continuo: a quel punto solo pochissimi tra quelli di quei tanti di voi che saranno corsi a firmare per la presentazione delle liste di cinque o sei distinte liste “antisistema”, si soffermeranno a considerare che la proprie firme di consenso alla presentazione di tutte le varie liste (divise) non si sommeranno in cabina elettorale, ma si divideranno: sì, perché lì ognuno dovrà scegliere a quale tra le varie liste “antisistema” dovrà dare la sua maledetta crocetta, sulla scheda elettorale.
Anche in quel momento solo pochi di voi speranzosi elettori cominceranno a sentire la puzza di bruciato provocata dall’attrito della pigna elettorale, nel posto in cui nessuno vorrebbe trovarsene una.
La fregatura la capirete finalmente tutti quando dallo spoglio, pronto in ogni caso a far scattare i brogli, risulterà che ciascuna lista “antisistema”  avrà conquistato zero seggi salvo, forse, una o due, che saranno riuscite a piazzare inutilmente uno o due deretani nel nuovo parlamento.
E dovrete stare tutti muti: sì perché avrete giocato. E avrete perso! Muti! 
La scacchiera avrà vinto di nuovo. La scacchiera.

Amen.

Invece non presentarsi alle urne fa contare quell’elettore come non votante. Punto. Zero possibilità di brogli, su questo. Non c’è alcuna “sua scheda” che qualcuno potrebbe riempire a tradimento.
Il suo nome risulta fra gli aventi diritto al voto, ma non fra quelli presentatisi al seggio (magari a inscenare opinabili manfrine).
L’unica conta che mi interessa è quella fra votanti e non votanti. Stop.
Questi sono gli unici due numeri che contano.
Ripeto: un governo lo formeranno anche se avranno votato due sole persone.
A quel punto, e solo a quel punto, cioè in caso di massiva astensione, la spinta unitaria si potrà realizzare. Perché non ci saranno liste “unitarie” da formare. Ci sarà una maggioranza di popolo, autocosciente di esserlo perché parte di una massa enorme di non votanti che non accetterà di farsi imporre tasse, greenpass e di farsi spedire in guerra da due votanti che hanno espresso un parlamento e un governo.
Quella massa sarà già unita. Senza l’ennesimo merdoso leader o leaderino pronto a rifarvi la festa [...] Ri-amen».

Mi sembra un buon punto di partenza (anche se non sono così ottimista sulla «spinta unitaria», ma vedremo).


1 commento:

Anonimo ha detto...

Ripresi a votare quando si presentarono il M5Stro...., ma ora ritorno a non votare +
Lo avevo già pensato, e con rammarico constato che non abbiamo speranze. La rivoluzione politico-sociale non fa parte del DNA di questo paese, forse dobbiamo aspettare che siano i rifugiati o esiliati o emigrati da altri paesi a dare speranza con un colpo forte per cambiare le cose. Sento tanti di loro che vorrebbero farlo ma ancora non hanno la forza giusta ... chissà quando ci metteranno per organizzarsi e chissà se sarà anche a nostro favore.